Centinaia di senza casa in assemblea al Comune di Palermo

di Redazione

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Centinaia di senza casa in assemblea al Comune di Palermo

| mercoledì 09 Aprile 2014 - 16:21

Aula Consiliare piena per la vivacissima assemblea cittadina sull’emergenza abitativa. Presenti i Consiglieri Comunali Mangano, Filoramo e Scafidi. L’assessore Ciulla diserta.

L’assemblea si è svolta nel pomeriggio di martedì. Non sono mancate le polemiche per la limitazione dell’accesso al palazzo comunale, e per lo spostamento dall’Aula Rostagno, “non adatta” – secondo il Comune – “ad ospitare più di quaranta persone”. Presenti attivisti dei comitati “Prendocasa” e “Dodici Luglio”, oltre a numerose famiglie in stato di emergenza abitativa. Moltissime le coppie giovani ed i bambini, che saltellano qua e là, piangono, ridono e giocano, come fanno i bambini.

Sono già otto le occupazioni di immobili pubblici abbandonati a Palermo, alcuni di proprietà comunale, altri pertinenti alla Curia, come nei casi recenti dell’Istituto Religioso del Sacro Cuore (che gli occupanti aprono ogni Domenica ai visitatori) e dell’Istituto Figlie di San Giuseppe, in via Oberdan, anch’esso aperto occasionalmente alle visite, che gli occupanti, tra cui rifugiati etiopi ed eritrei, chiedono di destinare all’accoglienza. Il caso più recente è di Lunedì scorso, con l’occupazione del Villaggio dell’Ospitalità di via Castellana, dove le 55 famiglie occupanti convivono con gli anziani ancora presenti.

La tensione in aula è palpabile, le famiglie esasperate: “Abbiamo figli piccoli. Non Possiamo più aspettare. Se il comune non ha i soldi per ristrutturare gli immobili in suo possesso ce li dia, li autorecupereremo noi.” E ancora: “Non lasceremo le case, non abbiamo dove andare. Anzi, finché non arriveranno risposte concrete dall’amministrazione, le occupazioni di immobili in disuso si moltiplicheranno”. Polemiche anche sull’assenza di Agnese Ciulla, Assessore alla Cittadinanza Sociale, che alle famiglie che occupano il Sacro Cuore, ora sotto sgombero, avrebbe risposto di “rivolgersi all’ente preposto, la Curia” .

Alberto Mangano, consigliere comunale e presidente della Commissione Urbanistica, annuncia di avere chiesto la convocazione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria, a ridosso di Pasqua, che preveda all’ordine del giorno un Piano Casa, articolato in fase di emergenza e di prospettiva. E a fronte del gran numero di abitazioni vuote o del tutto abbandonate in città, propone “l’aumento dell’IMU sugli sfitti, per incentivarne l’uso e finanziare un fondo di aiuto alle famiglie che non riescono a pagare l’affitto”.

Presente anche Elsa Campino, dell’Università di Palermo, che esorta alla collaborazione tra le istituzioni ed invita il Comune ad essere più trasparente, anche nei confronti della stessa università che finora “non ha ricevuto dall’amministrazione comunale i dati dell’emergenza”. E rimarca come le difficoltà abitative a Palermo siano da considerare una realtà “strutturale, se si guarda ai dati del 2004” (circa 9000 istanze accolte, 3000 senzatetto ), “perché da allora il problema non è stato seriamente affrontato”. E plaude all’autorecupero dei beni confiscati. “Ma il comune deve dotarsi di un regolamento adeguato in merito, come accade già in altri comuni”.

Qualche voce si leva contro chi spinge per la costruzione di nuove case popolari, “non fatevi usare da chi vuole altra cementificazione, a Palermo esistono più di 500 unità edilizie, cioè interi palazzi vuoti, bisogna recuperare quelli”.

Piena solidarietà dal Presidente della V Circoscrizione Fabio Teresi, che chiama in causa anche il governo regionale e la Curia che “dovrebbe fornire anch’essa l’elenco degli immobili inutilizzati”, e da Massimo Castiglia, della I Circoscrizione, che ribadisce l’importanza dell’unità nelle lotte, e sottolinea le condizioni disastrose dell’edilizia cittadina: “a Palermo ci sono 220 palazzi sottoposti ad ordinanza giudiziaria di sgombero per motivi di sicurezza, si tratta realmente di situazioni di pericolo grave per le famiglie che vi abitano”.

Altri senza casa denunciano che “quando le madri con bambini piccoli vengono assegnate ad una comunità sono separate dai mariti, le famiglie si sfasciano. Tutto questo non deve più succedere. Servono strutture in grado di accogliere le famiglie intere”.
Toni Pellicane, del Comitato Dodici Luglio chiede: “che fine hanno fatto i tredici appartamenti già pronti all’epoca di Cammarata uscente? E perchè l’elenco dei beni confiscati non è più disponibile online? Chiediamo che il consiglio comunale impegni la giunta a renderlo nuovamente pubblico. Inoltre urge una moratoria su sfratti e sgomberi, in attesa di soluzioni concrete e strutturali all’emergenza abitativa.

Conclude l’attivista Pietro Milazzo, leggendo un documento congiunto che chiede all’amministrazione un piano pluriennale per l’emergenza casa e stabilisce un patto di primo soccorso sociale : “lo sgombero di uno deve essere lo sgombero di tutti. La risposta ai bisogni non può essere la repressione”.

Valentina Caviglia

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