‘Ndrangheta, sequestrati beni per 125 milioni | Nel mirino della Dia 2 imprenditori del Reggino

di Redazione

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‘Ndrangheta, sequestrati beni per 125 milioni | Nel mirino della Dia 2 imprenditori del Reggino

| giovedì 10 Aprile 2014 - 10:03

Due imprenditori reggini, operanti nel settore della grande distribuzione alimentare, Domenico Giovanni Suraci, 46 anni e di Giuseppe Crocè,  68 anni, sono finiti nel mirino della Dia che ha sequestrato loro beni societari e personali per circa 125 milioni di euro.

In affari con Giuseppe Crocè c’era anche la figlia, Fortunata Barbara di 36 anni.

Domenico Giovanni Suraci è un imprenditore nel settore della grande distribuzione alimentare, ma con interessi anche nel mondo immobiliare ed in quello legato alle scommesse, lotterie e pronostici, con un trascorso politico quale ex-consigliere comunale (eletto nel 2007) ed ex presidente della seconda Commissione consiliare “Programmazione e servizi generali” del Comune di Reggio Calabria.

Nel luglio 2012 è stato destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito del procedimento penale instaurato per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed altro.

Giuseppe Crocè, socio in affari con Suraci fino al 2008 nel settore della grande distribuzione alimentare, è stato colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Reggio Calabria rispettivamente la prima nel luglio 2012, per le stesse motivazioni contestate al suo “socio”; la seconda, nel gennaio 2013 sulla scorta degli indizi emersi in ordine all’accertato favoreggiamento, quale concorrente esterno, degli interessi economici della criminalità organizzata reggina, prima fra tutte quella riconducibile alle “famiglie” De Stefano-Tegano di Archi.

Crocè, dopo aver capito che gli artifici contabili della gestione dell’azienda SGS GROUP Srl avente per oggetto sociale la gestione di supermercati aveva fatto ricorso per mascherare il drenaggio di liquidità in favore delle imprese della cosca De Stefano-Tegano, non si era preoccupato di porvi rimedio, ma piuttosto cercava di perfezionarli, per metterli al riparo da possibili ripercussioni giudiziarie.

A seguito di una articolata e complessa attività di indagine patrimoniale, diretta e coordinata da questa Procura Distrettuale di Reggio Calabria, che si è avvalsa degli accertamenti delegati al Centro Operativo D.I.A. di Reggio Calabria, è stato disposto il sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile ai due imprenditori, di cui si accertava sia una notevole sproporzione tra capacità reddituali ed investimenti effettuati che l’essere frutto di capitali di provenienza illecita.

In particolare sono state sottoposte a sequestro quote sociali e patrimoni aziendali di:

  • 18 società di capitali operanti nel settore della grande distribuzione alimentare, della vendita di oggettistica da regalo, in quello immobiliare e dei giochi a premio, scommesse e pronostici, con sedi a Reggio Calabria, Milano e Gioia Tauro;
  • 5 trust, complessi di beni e diritti a vincolo fiduciario utilizzati quali schermi societari;
  • 6 immobili di pregio ubicati nel quartiere Santa Caterina di Reggio Calabria;
  • disponibilità finanziarie, conti correnti, polizze assicurative e dossier titoli in fase di quantificazione.

Sono stati sottoposti a sequestro: 11 supermercati a marchio Simply, Punto Sma e Spaccio Alimentare ubicati a Reggio Calabria (società SALDO SRL – SGS GROUP SRL – SDS HOLDING SRL, SUPERMERCATI DUECI SRL, CIEFFETRE SRL ed altre) e 2 grandi punti vendita oggetti da regalo e casalinghi ubicati a Reggio Calabria e Melito Porto Salvo (CASA PIU’ SRL).

 

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