Operazione Iago, il ministro Alfano: “Decapitati i vertici di un intero clan”

di Azzurra Sichera

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Operazione Iago, il ministro Alfano: “Decapitati i vertici di un intero clan”

| sabato 19 Aprile 2014 - 14:51

“Grazie allo straordinario lavoro dell’Arma dei Carabinieri e della Direzione Distrettuale Antimafia, è stata messa a segno un’altra straordinaria vittoria”. Con queste parole ha espresso tutta la sua soddisfazione il ministro dell’Interno Angelino Alfano che si è complimentato con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, per la brillante operazione che ha scongiurato anche l’avvio di una faida tra le due pericolose famiglie mafiose “Porta Nuova” e “Palermo Centro” per la leadership nel mandamento che, di recente, aveva portato all’omicidio di Giuseppe Di Giacomo.

“Si tratta di un’operazione che ha portato all’arresto di otto presunti boss del mandamento mafioso di Porta Nuova, indebolendo così, alla radice, il tessuto mafioso, attraverso la decapitazione dei vertici di un intero clan” ha concluso Alfano.

Durante la conferenza stampa  che ha illustrato l’operazione dei carabinieri  il procuratore di Palermo Francesco Messineo ha sottolineato: “Dall’inchiesta Iago emerge che la mafia è in crisi economica. Non riesce a fare fronte al sostegno delle famiglia dei carcerati. Per questo oltre al pizzo cerca nuovi possibili introiti dallo spaccio di droga e dai centri scommesse. Possiamo dire che dopo le varie operazioni abbiamo un vantaggio investigativo. Abbiamo acquisito – ha aggiunto Messineo – tante informazioni che non dobbiamo più rincorrere gli avvenimenti”.

Dall’inchiesta è emerso che il clan di Porta Nuova non era riuscito a racimolare gli 11mila euro al mese che servivano per mantenere le famiglie dei detenuti e la somma era stata integrata dall’ex capo Giuseppe Di Giacomo, poi ucciso.

Salvatore Altavilla comandante del reparto operativo dei carabinieri di Palermo ha aggiunto: “Gli ordini e le investiture arrivano dal carcere. È quanto emerso con molta chiarezza in questa operazione. Dal carcere Giovanni Di Giacomo avrebbe investito il fratello a capo del mandamento. Avrebbe ordinato anche le uccisioni di uomini del mandamento di Porta Nuova. È stato fondamentale agire in modo tempestivo per evitare una faida – aggiunge Altavilla – Avevamo la certezza che era tutto pronto per gli agguati che avrebbero dovuto disegnare i nuovi vertici di cosa nostra nel mandamento di Porta Nuova”.

Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, nel corso della conferenza stampa ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato l’efficienza delle forze dell’ordine e della magistratura. In tempi molto rapidi si è decisa un’operazione complessa che ha portato ai fermi di questa notte. Un’attività tempestiva che ha evitato altro spargimento di sangue in un territorio, quello del mandamento di Porta Nuova, dove vige una forte coesione tra gli affiliati. Nel mandamento Porta Nuova – ha aggiunto Iannotti – per il sostegno delle famiglie esiste una vera ossessione, come emerge dalle intercettazioni. Lo stesso Giuseppe Di Giacomo diceva al fratello in carcere che non riusciva mai a coprire le spese. Servivano 13 mila euro mensili. Il boss era costretto a metterne cinque di tasca propria pur di non fare saltare il sistema”.

 

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