La Formazione siciliana torna in piazza | Cgil, Cisl e Uil organizzano due manifestazioni

di Redazione

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La Formazione siciliana torna in piazza | Cgil, Cisl e Uil organizzano due manifestazioni

| lunedì 28 Aprile 2014 - 19:04

La Formazione professionale siciliana tornerà in piazza dopodomani e il prossimo 12 maggio. A proclamare il nuovo stato di agitazione dei lavoratori e ad organizzare le manifestazioni, sono i sindacati di categoria Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola.

Il primo appuntamento sarà mercoledì 30 aprile, quando si terrà il sit-in regionale dei lavoratori di tutte le filiere in servizio e sospesi, davanti la Presidenza della Regione a piazza Indipendenza a Palermo, dalle ore 10 alle ore 19. Il 12 maggio i lavoratori sfileranno in corteo per le vie del centro del capoluogo siciliano.

Nel periodo compreso fra l’1 e l’11 maggio si terranno invece manifestazioni di protesta e sensibilizzazione davanti le Prefetture delle nove città dell’Isola.

“Tre le proposte che avanziamo al governo e ai parlamentari dell’Ars – spiega Giovanni Migliore Segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione – la chiusura degli enti di formazione che hanno delegittimato e devastato il settore rendendo i lavoratori e le loro famiglie vittime del sistema, la liquidazione dell’attuale sistema utilizzando le risorse recuperate per pagare le spettanze arretrate ai lavoratori in forte sofferenza, l’utilizzo del Ciapi e l’annualità finanziata per sostenere e garantire gli allievi e l’attuale l’occupazione del personale”.

“Costruiamo il nuovo sistema basato su un nuovo accreditamento su rigide regole di controllo in itinere, degli enti che impediscano ad avventurieri di inquinarlo e sulla certificazione e qualificazione degli operatori del settore. I lavoratori sono stanchi – aggiunge Migliore – vivono una vera emergenza, i datori di lavoro proclamano la crisi e nella migliore delle ipotesi chiedono l’accesso agli ammortizzatori sociali, quando non preannunziano licenziamenti. Agli Uffici provinciali del lavoro non sono stati forniti strumenti normativi che solo una seria riforma può creare per contrastare tale deriva. Tutto ciò mette a serio rischio le prospettive di occupazione degli oltre 8.000 addetti, di cui 2.500 hanno, a vario titolo, già perso il lavoro e non hanno alcun sostegno al reddito”.

“Su tutte le filiere del sistema, quella orientativa e delle politiche attive del lavoro, quella della formazione ordinaria e quella dell’Istruzione e Formazione, gli impegni assunti dal governo regionale risultano attesi solo in parte e con lentezza assolutamente insostenibili. Gli operatori sono le vittime – conclude Migliore – di un sistema che ha sprecato risorse pubbliche, nella disattenzione degli stessi soggetti preposti al controllo, e oggi rimangono senza lavoro e senza stipendio”.

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