Catania, metalmeccanici a confronto | “Il sindacato non basta, serve una risposta politica”

di Redazione

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Catania, metalmeccanici a confronto | “Il sindacato non basta, serve una risposta politica”

| mercoledì 30 Aprile 2014 - 08:31

I sindacati e i lavoratori metalmeccanici della Uilm si sono confrontati sui temi del lavoro e sulle delicate vertenze che riguardano Catania.

Matteo Spampinato e Giovanni Santagati sono stati confermati segretari provinciali Uilm e UilTec, le organizzazioni Uil dei lavoratori metalmeccanici e dei settori dell’Energia, del Tessile e della Chimica. Elette dai congressisti le Segreterie delle due sigle sindacali. Per la Uilm è composta da Giuseppe Caramanna, Giacomo Condorelli, Davide Boemi, Francesco D’Agata, oltre che da Matteo Spampinato. Con Giovanni Santagati, invece, collaboreranno nella UilTec Alfio Avellino, Antonino Barbagallo, Salvatore Luca, Anna Longo.

Nella sua relazione, presenti il segretario nazionale Uilm Luca Colonna e il segretario regionale Silvio Vicari, Matteo Spampinato s’è lungamente soffermato sulle vertenze catanesi e denunciato “l’inerzia delle istituzioni”.

“Il sindacato può tamponare la crisi, ma la vera risposta è politica”, ha esclamato il segretario Uilm. E ha aggiunto: “A Catania, in Sicilia, la crisi nel settore industriale è caratterizzata da un pesante processo di deindustrializzazione del territorio, con la perdita di migliaia posti di lavoro e la scomparsa definitiva di aziende anche storiche. Oggi, tutte le aziende che lavorano per il mercato interno sono in crisi colpite dal fermo dell’edilizia, dal blocco dei lavori per le nuove infrastrutture e dalla forte diminuzione dei consumi.

Un discorso particolare deve essere fatto per la situazione delle Acciaierie di Sicilia, dove alla stasi delle costruzioni si aggiunge il mancato intervento dell’Unione Europea e del governo nazionale che a fronte di un profondo mutamento del mercato siderurgico con l’affacciarsi sulla scena di nuovi forti produttori, come la Cina, e in una situazione di sovracapacità produttiva delle aziende siderurgiche non ha ancora emesso alcun provvedimento per rilanciare la siderurgia europea ed italiana che rappresenta un importante percentuale dell’acciaio prodotto nel mondo”.

Spampinato ha pure trattato i “casi” della Micron, della StM – “da respingere la volontà del Governo di fare cassa vendendo i gioielli di famiglia, cioè le aziende di sua proprietà fra cui la St  – e della Etnall, “azienda in procedura concorsuale con i 140 addetti in cassa integrazione straordinaria a zero ore e con il reale pericolo di una vendita a pezzi dello stabilimento e della definitiva scomparsa di questa importante realtà industriale della nostra provincia”.

Il segretario UilTec, Giovanni Santagati, ha sviluppato la sua relazione su una domanda: “Siamo sicuri che il tracollo di Catania e della Sicilia sia tutta colpa della crisi, non di una classe dirigente poco etica e totalmente inadeguata ?”. Santagati s’è, fra l’altro, soffermato sulle aziende partecipate, soprattutto sull’Asec – la società cittadina del gas – per costringere “l’amministrazione comunale a intervenire su inefficienze gestionali che, in un territorio ad alto rischio sismico, comportano elevati rischi per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini”.

La UilTec, quindi, chiede “l’apertura di un tavolo in Prefettura perché il Comune faccia il proprio dovere, dotando l’azienda di un management nuovo e competente che sia in grado di redigere un piano industriale credibile ma soprattutto attuabile e porti l’azienda a livelli di efficienza almeno approssimativamente vicini a quelli raggiunti circa 15 anni fa, quando Asec dava un servizio di qualità e produceva utili da reinvestire”.

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