Il Milan pensa a Emery per la panchina | Ma in rossonero i tecnici stranieri non durano

di Domenico Giardina

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Il Milan pensa a Emery per la panchina | Ma in rossonero i tecnici stranieri non durano

| venerdì 23 Maggio 2014 - 12:05

Il buon finale di campionato del Milan non è servito a salvare la panchina di Clarence Seedorf. La società rossonera vuole cambiare e sta guardando anche all’estero. L’ultima indiscrezione, in ordine di tempo, è quella che porterebbe a Unai Emery, allenatore del Siviglia, fresco vincitore dell’Europa League.

Il Milan affiderebbe la ricostruzione della squadra al quarantaduenne tecnico spagnolo e le credenziali europee guadagnate sul campo sembrano giocare a suo favore. Emery ha anche dimostrato di saper lavorare bene con i giovani. Caratteristica fondamentale per il Milan che nella prossima stagione cercherà di aprire un ciclo basato soprattutto sui giovani. Al Valencia fece rendere al meglio David Silva, che da lì spiccò il volo verso lidi ben più remunerativi, mentre David Villa con Emery in panchina visse le sue stagioni migliori dal punto di vista realizzativo.

C’è però un piccolo punto interrogativo: un tecnico straniero quanto potrebbe durare sulla panchina del Milan? Si tratta di una questione di non poco conto, visti gli ultimi precedenti con allenatori venuti da Oltralpe. Nessuno di loro è mai riuscito a terminare il campionato o comunque a disputare una stagione intera. Oscar Tabarez, Fatih Terim e Clarence Seedorf, per motivi diversi, hanno sempre vissuto annate travagliate sula sponda rossonera dei navigli.

Oscar Washington Tabarez arrivò nell’estate del 1996 per sostituire Fabio Capello, emigrato in Spagna dopo un ciclo di trionfi e aver creato il Milan degli Invincibili. Il tecnico uruguayano, reduce da un’ottima stagione a Cagliari non arrivò a mangiare il panettone. L’attuale selezionatore della Celeste venne sostituito dopo la sconfitta subita in casa del Piacenza all’undicesima giornata. Tabarez lasciò una squadra al nono posto in classifica, a 7 punti dalla Juventus. Al suo posto subentrò Arrigo Sacchi e il rimedio si dimostrò peggiore del male.

Nell’estate del 2001 il Milan provò nuovamente ad assumere un tecnico straniero di comprovata fama internazionale. In quell’occasione toccò all’istrionico Fatih Terim, l'”Imperatore” proveniente da Istanbul. Esonerato l’anno prima dalla Fiorentina, venne scelto per le sue capacità da condottiero e di allenatore capace di garantire risultati e spettacolo. Il secondo arrivò immediatamente, sia in campo che in panchina. I primi, dopo un buon inizio, cominciarono a latitare. Dopo nove partite con 4 vittorie 3 pareggi e 2 sconfitte la società decise di cambiare. Al suo posto arrivò Carlo Ancelotti che dopo una stagione di assestamento diede il via all’ultimo grande ciclo della storia ropssonera, vincendo tutto quello che c’era da vincere.

Ultimo in ordine di tempo è Clarence Seedorf. E questa è storia recente. Richiamato dal Brasile in fretta e furia per sostituire a gennaio un Allegri ormai senza alcun controllo della squadra, è stato presto abbandonato al suo destino. Con frange dello spogliatoio contro e una società indifferente, l’olandese ha avuto comunque il merito di prendere una squadra alle soglie della zona retrocessione e di lasciarla a un passo dalla qualificazione all’Europa League. Tutto questo non è però servito per una riconferma e il valzer della panchina è già ripartito. Chissà se Unai Emery, visti questi precedenti, accetterà mai di venire a ballare in rossonero.

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