Usa, recuperati 8,7 milioni di posti di lavoro | La Bce di Mario Draghi abbatte lo spread

di Redazione

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Usa, recuperati 8,7 milioni di posti di lavoro | La Bce di Mario Draghi abbatte lo spread

| venerdì 06 Giugno 2014 - 18:08

La Bce di Mario Draghi grazie al suo intervento contro la deflazione è riuscita a comprimere il rendimento dei titoli di Stato italiano. Con la promessa di un aumento della liquidità aggiuntiva per le banche del Vecchio continente, che però dovranno essere utilizzate per il sostegno dell’economia reale, sono stati spostati importanti volumi di denaro sul comparto obbligazionario registrando una diminuzione dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi. Ma un’aria di risalita si respira anche in America dove l’economia è riuscita a creare 217.ooo nuovi posti di lavoro nel mese di maggio superando così gli 8,7 milioni di posti bruciati durante gli anni della crisi economica.

Ma gli annunci della Banca centrale europea sono diversi. Dal nuovo taglio ai tassi di rifinanziamento principale allo 0,15 per cento, si è anche parlato, per la prima volta, del taglio sui depositi che è passato in negativo dello 0,1 per cento. Tra gli altri annunci è arrivato anche quello che saranno fatte delle aste di liquidità con una base di partenza di circa 400 miliardi di euro, accompagnati da meccanismi premiali per chi aumenterà la propria erogazione di credito. Nel frattempo i tempi per la preparazione dell’acquisto di pacchetti di crediti generati dalle imprese ed erogati dagli istituti di credito subiscono una brusca accelerazione.

Le buone notizie però non sono solo per gli investitori e l’economia europea. Anche negli Stati Uniti si vedono segnali positivi per il futuro. Il tasso di disoccupazione a stelle e strisce ha raggiunto, nel mese di maggio, i suoi minimi dal 2008 stabilizzandosi al 6,3 per cento. L’economia americana ha sviluppato 217 mila nuovi posti di lavoro consolidando il dato di crescita per il quarto mese consecutivo. Ma va sottolineato  che il tasso di partecipazione alla forza lavoro è ancora ai suoi minimi storici dal 1974, attestandosi al 62,8 per cento. Dato che ha subito una leggera limitazione ad aprile, quando si sono sviluppati nuovi 282mila nuovi posti di lavoro, rimanendo comunque il migliore dato degli ultimi due anni. Ma ancora, nel loro valore totale, i dati rimangono ben al di sopra delle attese. L’economia americana è riuscita quindi a colmare il vuoto da 8,7 milioni di posti di lavoro persi dall’inizio della crisi riconosciuto ufficialmente come il giorno del fallimento di Lehmman & Brothers del 2008.

Positivi anche i risultati della Germania di Angela Merkel. La  Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha aumentato le proprie stime di crescita fino all’1,9 per cento per il 2014, facendo crescere dello 0,2 per cento le stime sul Pil che erano previste dell’1,7 per cento. Mentre per il 2015 le stime rimangono invariate al 2 per cento e per il 2016 all’1,8 per cento. In complesso la bilancia commerciale tedesca ha registrato un surplus di 17,7 miliardi di euro vedendo un incremento delle importazioni dello 0,1 per cento e le esportazioni del 3 per cento. Ma è la produzione industriale a crescere meno rispetto alle aspettative. Infatti ad aprile la produzione tedesca all +0,2 per cento, meglio rispetto al dato di marzo in cui si è registrata una diminuzione dello 0,6 per cento. 

Anche i mercati all’interno di questo movimento reagiscono positivamente. Cresce il comparto bancario a Milano che si rafforza con + 1,25 per cento, superando la soglia di 22 mila punti ai massimi. Anche Londra, come Francoforte, cresce dello 0,5 per cento, mentre Parigi mette a segno un + 0,75 per cento. Segnali positivi anche dall’altra parte dell’Atlantico dove il Dow Jones conferma il + 0,4 per cento , S&P cresce dello 0,3 e il Nasdaq guadagna lo 0,35 per cento.

 

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