Continua il viaggio nella provincia di Enna /FOTO

di Giuseppe Imburgia

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Continua il viaggio nella provincia di Enna /FOTO

| lunedì 16 Giugno 2014 - 09:19

Dopo aver visitato Enna continuiamo la nostra passeggiata alla ricerca delle bellezze naturali e artistiche che la sua provincia ci può offrire. La scelta non è facile. A sud Piazza Armerina, la Villa del Casale, Morgantina, Aidone con la sua Dea, ma anche la sorprendente Pietraperzia, rappresentano la meta ambita di milioni di turisti. A nord del capoluogo invece i comuni di Calascibetta, Leonforte, Assoro, Agira, Gagliano Castelferrato, Centuripe, Troina, Cerami, Nicosia e Sperlinga offrono chiese, castelli e panorami che di certo non ci faranno pentire dei chilometri percorsi. Ognuno di loro presenta qualcosa di particolare, pertanto meritano tutti una visita. Iniziamo da nord.

Scesi da Enna in direzione dellʼautostrada A19 che collega Palermo e Catania, troviamo il bivio per Calascibetta, paese di quasi 5000 abitanti, arroccato, come tanti altri comuni dellʼennese, sulla sommità di uno dei rilievi dei monti Erei. Questo gruppo montuoso, prevalentemente di natura calcarea e arenacea, costituisce la maggiore presenza orografica della parte centro-settentrionale della provincia di Enna.

Le sue vette non raggiungono altezze elevate (700-900 metri s.l.m.), eccezion fatta per il monte Altesina che con i suoi 1192 metri ne rappresenta la cima più alta. A nord-est del monte su cui è arroccata Calascibetta, a pochi chilometri dallʼabitato, a Cozzo San Giuseppe, troviamo la necropoli di Realmese (foto 6,7): centinaia di tombe a “grotticelle” scavate nella roccia, simili a quelle della più famosa Pantalica (IX-VI sec. a. C). Un sentiero ben tracciato, lungo poco più di un chilometro, in questo suggestivo scenario rende questa passeggiata comoda e al contempo emozionante. La Necropoli di Realmese è stata inclusa in una delle ultime edizioni del circuito “Teatri di Pietra”, la manifestazione di teatro, arte e musica diretta dal Maestro Aurelio Gatti.

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Continuiamo il nostro itinerario attraverso un percorso anulare che unisce i comuni già citati che, come Calascibetta, sono posizionati ognuno in cima a un monte. In questo paesaggio, solcato da numerosi fiumi e torrenti, si inseriscono i laghi di Pozzillo (il più grande della Sicilia), Ancipa, Villarosa e Nicoletti. Questi bacini artificiali, realizzati nel dopoguerra con lo sbarramento dei fiumi Salso (omonimo dellʼImera Meridionale che sfocia a Licata), Troina, Morello e Dittaino offrono scenari fiabeschi. Alcuni sono meta di pescatori, altri di surfisti, talvolta di semplici bagnanti.

Nel 2007 sul lago Nicoletti è stato inaugurato un idroscalo; una pista di atterraggio e decollo per idrovolanti, grazie a un progetto realizzato con la collaborazione dellʼUniversità Kore di Enna. Dopo il fallimento della compagnia aerea che effettuava voli di linea da e per l’idroscalo, la struttura è rimasta inutilizzata. A pochi chilometri dal lago Nicoletti troviamo i comuni di Leonforte e Assoro distanti tra loro pochi chilometri. Il primo è un grosso centro agricolo di quasi 15.000 abitanti, dove è dʼobbligo una visita quantomeno per vedere i “vintiquattru cannola” ovvero il Granfonte. Si tratta di un monumentale abbeveratoio dove le massaie vanno a pulire la verdura sulle levigatissime balate, costruito nel 1651 accanto alla Chiesa Maria SS del Monte del Carmelo, per volontà della famiglia Branciforti. A parte il Granfonte, conosco poco di Leonforte, ma mi riprometto di colmare al più presto la lacuna.

Poco distante dal centro abitato, i ruderi del castello di Tavi, arroccato su una rupe, fanno da sentinella allʼestesa vallata. A poco più di 5 chilometri troviamo Assoro: una vera sorpresa! Appena entrati nellʼabitato di questo delizioso paese di poco più di 5.000 abitanti, troviamo a margine della strada un campanile. Vi chiederete cosa cʼè di strano. La stranezza sta nel fatto che intorno al campanile non cʼè nulla. Questo pinnacolo di una decina di metri dʼaltezza che viene fuori dal marciapiede è tutto ciò che rimane della chiesa di Santa Caterina (XIII secolo). Il corso principale sembra finire a fondo cieco sul porticato della Chiesa Madre, ma non è così: continua con una doppia curva che costeggia da una parte la massiccia torre La Provincia di Enna” campanaria, dallʼaltra il Palazzo della Signoria, per poi allargarsi in un ampio belvedere dal quale si domina la valle del fiume Dittaino.

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La Chiesa Madre, dedicata a San Leone, risalente al XII secolo (anche se ristrutturata nei secoli successivi), presenta elementi architettonici di particolare pregio, e, al suo interno, molto ricco, custodisce numerosi tesori. Vale la pena visitarla. In cima al paese un ampio Parco Urbano, purtroppo spesso chiuso al pubblico, contiene i ruderi di un antico castello medievale. Soltanto in una cupa giornata di febbraio di qualche anno fa, ho avuto la fortuna di trovarlo aperto: una fitta nebbia conferiva al vecchio maniero un aspetto fiabesco. Magico! Da allora purtroppo ho trovato sempre i cancelli sbarrati. Prima di lasciare Assoro è dʼobbligo una sosta presso un panificio/pasticceria per fare incetta di dolciumi vari e non solo. Croccantini, cannoli, ma anche ottimo pane delle più svariate forme, sono un ottimo bottino di viaggio.

Circa 15 chilometri a est di Assoro troviamo Agira. Questo comune di oltre 8.000 abitanti, porta ancora evidenti tracce di architettura islamica sia nella trama urbana che sui campanili delle chiese. Saliti sul castello, costruito sulla cima del monte Teja, non si può non rimanere colpiti dalla bellezza del panorama. Il lago di Pozzillo, il più grande invaso della Sicilia, e lʼEtna completamente innevato offrono uno spettacolo straordinario. Sullʼaltra sponda del lago il comune di Regalbuto. Sempre dal castello si può scorgere in lontananza lʼinconfondibile Rocca di Gagliano Castelferrato, ultima tappa di questo nostro giro.

Gagliano Castelferrato è un piccolo comune di circa 3.500 abitanti, dove Enrico Mattei, fondatore dellʼENI (Ente Nazionale Idrocarburi), tenne il suo ultimo discorso prima di morire in un incidente aereo le cui cause rimasero oscure per molti anni. Memorabili scene del film di Francesco Rosi, con un grande Gian Maria Volontè nei panni di Mattei, furono girate proprio nella piazza di Gagliano, ai piedi della Rocca. La Rocca o Castello è uno degli esempi più significativi di architettura rupestre in Sicilia. Esplorarne gli anfratti è emozionante. Prima di iniziare la salita troviamo la chiesa di San Cataldo (XIV secolo) con il suo bel campanile in ceramica policroma, e su un fianco, una serie di grotte anticamente usate forse come magazzini o abitazioni, oggi, incredibile ma vero, utilizzate come comodi box per le auto. Purchè non le vandalizzino, va bene così!

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