#Vorreiprendereiltreno, la battaglia di Iacopo | contro le barriere architettoniche e la “solitudine”

di Alessandro Amato

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#Vorreiprendereiltreno, la battaglia di Iacopo | contro le barriere architettoniche e la “solitudine”

| giovedì 03 Luglio 2014 - 14:54

Iacopo Melio, 22 anni, e nessuna voglia di mollare. “La mia battaglia non è personale, ma per chiunque”. Il giovane toscano colpsce dritto al cuore di chiunque con il suo appello di civiltà: “”Io, la Carrozza, i vagoni e l’amore. Sono single per colpa degli autobus: politici, aiutatemi! #vorreiprendereiltreno”. L’appello, come sempre più spesso accade, parte suo profilo di Twitter.

Qui in 140 caratteri si descrive così: ” Sepolto in casa dai miei pensieri. Ho la sedia a motore truccata da Clio e una mamma di nome Barbara che non imbratta i muri. Sbottonatevi il cuore no i jeans”. Iacopo Melio è disabile e non ci sta a non potere viaggiare a muoversi liberamente così con la sua campagna sul web, in poche ore, ha raccolto il sostegno di migliaia di persone a sostegno della sua campagna: #vorreiprednereiltreno.

vorreiprendereiltreno

Iacopo Melio ha lanciato la sua campagna attraverso l’hashtag #vorreiprendereiltreno. Subito in centinaia hanno risposto al suo appello inondando Twitter di foto con i loro volti e cartelli che riportano la scritta #vorreiprendereiltreno.

Iacopo, sul suo blog, racconta come sia nata l’idea. ” “Qualche settimana fa su Twitter ho avuto il piacere di scambiare due brevissime battute col Ministro MariaChiara Carrozza. Ho voluto romperle bonariamente le scatole – spiega – ricordandole quanto difficile sia la vita dei comuni cittadini, troppo spesso trattati con pesi e misure diverse rispetto alla classe politica. A maggior ragione se il cittadino in questione è disabile, dovendo affrontare oltre ai classici problemi quotidiani ogni genere possibile di barriera: da quella architettonica a quella culturale e sociale”.

 vorrei prendereil treno

La lettera ai politici: “Cari politici  se non volete sforzarvi di immaginare cosa significhi dover chiamare ogni santa volta una stazione ferroviaria per sapere se, a una cert’ora, il treno sarà attrezzato con una pedana; se non riuscite a comprendere il disagio – scrive Iacopo – di aspettare una, due, tre fermate in più sperando che il bus successivo sia finalmente quello agibile; se la vostra vescica non è abbastanza “elastica” da immedesimarsi in una che, per un bagno non a norma in un vagone, è allenata per trattenere la pipì per intere tratte… Cercate almeno di capire quanto, a lungo andare, sia triste essere single. Sì, avete capito bene. Se io sono single è solo colpa degli autobus!».

 “Ogni battaglia che ho fatto nella mia vita, nel mio piccolo, l’ho fatta non “in quanto disabile”- riflette il giovane studente di Scienze politiche – siamo tutti uguali, per questo dobbiamo avere gli stessi diritti. – aggiunge – Prendendo l’esempio dei mezzi pubblici, raramente attrezzati e per questo simbolo delle nostre “barriere”, non ho mai pensato in termini di “Sono disabile, quindi devono trovare un modo per farmi entrare in un negozio o salire su un treno…” ma come “tutti devono poter entrare in un negozio o salire su un treno”. Conclude Iacopo: “Credo che in un paese civile e democratico sia un dovere abbattere ogni tipo di barriera, non solo architettonica ma anche sociale e culturale”.

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