Commissione Lavoro, audizione sui call center | La vertenza Almaviva torna in primo piano

di Stefania Brusca

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Commissione Lavoro, audizione sui call center | La vertenza Almaviva torna in primo piano

| martedì 08 Luglio 2014 - 12:47

Le gare di appalto al massimo ribasso, le delocalizzazioni, il costo del lavoro, la condizione dei lavoratori a progetto per l’outbound, i 10mila posti di lavoro a rischio e nel Mezzogiorno in primo piano la vertenza Almaviva.

Sono diverse e ancora irrisolte molte delle tematiche portate oggi all’attenzione della Commissione Lavoro dai sindacati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui call center presenti sul territorio italiano. Oltre alle problematiche esposte dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che riguardano migliaia di lavoratori, sono state avanzate anche delle possibili soluzioni.

“Non abbiamo recepito correttamente una Direttiva europea del 2001 che tutela i diritti e l’occupazione dei lavoratori, mancato recepimento che è alla causa delle gravi crisi che investono il settore, mentre l’Europa finanzia progetti che spostano il lavoro dall’Italia verso altri Paesi”, tuona Michele Azzola della Slc Cgil.

La Fistel Cisl nel suo intervento ha preso le mosse proprio dalla questione Almaviva. “Dopo la manifestazione del 4 giugno – dice Giorgio Serao della Fistel Cisl – in questi giorni abbiamo scritto al governo. A seguito dell’incontro al Mise del 27 di maggio c’è un assordante silenzio. Si parla di 10mila posti di lavoro soprattutto nel Mezzogiorno. Occorre mettere il settore in sicurezza, un’industria che fattura un miliardo e trecento milioni va salvaguardata”.

Per fare questo occorre puntare per la Cisl ad “abbattere i costi del lavoro che assorbono quasi l’intero fatturato intervenendo sull’Irap – ha proseguito Serao – poi c’è il problema legato alle delocalizzazioni soprattutto in Albania e Romania. Il 24bis ottenuto con la legge Fornero, non viene rispettato. Abbiamo chiesto un report al Ministero del Lavoro sulle aziende che delocalizzano ma non abbiamo avuto nessuna risposta”.

E sugli appalti al ribasso: “Non è possibile che nella pubblica amministrazione e nel privato si indìcano appalti quando si sa in anticipo che non potranno coprire il costo del lavoro, superiore ai prezzi delle gare a cui accedono. Siamo nel far west dell’occupazione”. “Questo è il punto definitivo – sostiene Serao – estendere il 2112 (in caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano ndr). anche nel campo degli appalti. Ogni volta che cambia l’appalto si mantengano stessi lavoratori, stesso salario e stessi diritti”.

Per sensibilizzare il mondo politico alle problematiche sui call center Salvo Ugliarolo segretario nazionale Uilcom torna  infine ad insistere sulla condizione dei lavoratori Almaviva: “Ormai siamo giunti al terzo anno di contratti di solidarietà e da diversi mesi non si riesce a mettere in piedi un tavolo con il governo”.

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