Meriam dal Sudan arriva a Roma | Libertà per la cristiana e i suoi bambini

di Alessia Bellomo

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Meriam dal Sudan arriva a Roma | Libertà per la cristiana e i suoi bambini

| giovedì 24 Luglio 2014 - 09:07

Era stata accusata di apostasia e adulterio in Sudan, condannata a morte, poi liberata grazia a una mobilitazione internazionale: per Meriam Yahia Ibrahim Ishag c’è un lieto fine. La donna cristiana è arrivata a Roma, su un volo della presidenza del Consiglio. Con lei sull’aereo, il viceministro degli esteri Lapo Pistelli.

A Ciampino è stata accolta da Matteo Renzi e sua moglie Agnese. I due sono saliti sulla scaletta dell’aereo per un incontro lontani dagli occhi della stampa. Il presidente del Consiglio aveva ricordato la donna e le ragazze rapite in Nigeria dalla cella terroristica Boko Haram, durante il discorso inaugurale della presidenza italiana del semestre Europeo.

“Oggi è un giorno di festa”, ha detto il premier. Soddisfattissima anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini: “Una grande gioia. Grazie al lavoro fatto da tanti, possiamo accogliere Meriam a Roma. Ora lei ha bisogno di tranquillità con la sua famiglia”.

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Il vice ministro Pistelli è sceso dalla scaletta dell’aereo accompagnando Meriam, tenendo il braccio il figlio maggiore della donna.

Meriam, con la sua famiglia, ha incontrato papa Francesco a casa Santa Marta. Mezz’ora a colloquio tra affettuosità verso i due figli piccoli e il personale ringraziamento di Bergoglio per la “costante testimonianza di fede” per Meriam Yahia Ibrahim Isha, la giovane cristiana trattenuta a Khartoum dopo essere stata condannata a morte per apostasia e oggi a Roma. L’incontro col Papa, ha riferito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, è un “simbolo” della “vicinanza” di Francesco verso tutti coloro che soffrono a causa della fede.

La giovane era stata cresciuta con la madre secondo i precetti del cristianensimo, ma il padre è musulmano. Quando Meriam ha sposato un cristiano, Daniel Wani, cittadino americano, è stata accusata non solo di essersi convertita ad un’altra religione ma anche di adulterio. In Sudan il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuta.

La donna è stata condannata a morte e incarcerata: Meriam ha partorito la sua bambina in carcere. Alla fine le pressione internazionali sulla vicenda della giovane hanno fatto centro e con appelli dei governi, raccolte di firme e insistenze delle Ong Meriam è stata liberata.

Foto twitter @SenatoriPd

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