Palermo ricorda il magistrato Rocco Chinnici | Napolitano esprime profonda gratitudine

di Redazione

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Palermo ricorda il magistrato Rocco Chinnici | Napolitano esprime profonda gratitudine

| martedì 29 Luglio 2014 - 10:42

Era il 1983 quando una Fiat 126 esplose in via Pipitone Federico a Palermo, azionata dalla mano di Antonino Madonia per conto di Cosa nostra. A perdere la vita il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico Stefano Li Sacchi.

Un minuto di silenzio ha avvolto il chiostro della galleria d’Arte moderna di Piazza Sant’Anna: Palermo ricorda il “giudice buono”, capo dell’ufficio Istruzione e ideatore del pool antimafia a Palermo.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel trentunesimo anniversario della strage, ha inviato a Caterina Chinnici, un messaggio: “Il mio pensiero riverente e commosso va a suo padre, al maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, all’appuntato Salvatore Bartolotta e al portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, che in quel vile attentato persero la vita. A Rocco Chinnici si deve l’avere intuito la complessa natura e la multiforme pericolosità della mafia e l’aver adottato nuovi metodi investigativi in grado di contrastare efficacemente l’espandersi di un fenomeno criminale sempre più pervasivo”.

“Egli – continua la nota del Quirinale – ben consapevole dell’altissimo rischio personale derivante dal costante e rigoroso impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata, seppe trasmettere le sue conoscenze e tecniche investigative ai collaboratori, che ne hanno proseguito l’opera con incisività, cogliendo importanti successi. Nel ricordo della tensione morale che ha connotato l’attività svolta da suo padre per la strenua difesa delle istituzioni e dei cittadini dalla sopraffazione della delinquenza organizzata, sono vicino a lei, ai suoi fratelli e ai famigliari delle vittime della strage, con sentimenti di profonda gratitudine”.

In una delle sue ultime interviste, Chinnici aveva detto: “La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare”.

Chinnici è entrato in Magistratura nel 1952 al Tribunale di Trapani. Nel novembre 1979, già magistrato di Cassazione, fu stato promosso Consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo. È in questo periodo che nasce l’idea di istituire un pool antimafia. Fu lui che chiamò accanto a sé Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

 

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