Figc, nulla di fatto alla prima votazione | Tavecchio verso la vittoria al secondo turno

di Emanuele Termini

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Figc, nulla di fatto alla prima votazione | Tavecchio verso la vittoria al secondo turno

| lunedì 11 Agosto 2014 - 15:44

Per l’elezione del nuovo presidente della Federcalcio bisognerà attendere la seconda votazione. Come ampiamente previsto nei giorni scorsi, il quorum del 75% delle preferenze non è stato raggiunto da nessuno dei candidati. Ci sono 274 delegati, per un totale di 509 voti, quattro gli assenti. Questi i risultati del primo scrutinio dell’assemblea elettiva della Figc: Tavecchio 60,2%, Albertini il 35,4%, 4,3 % le schede bianche. Alla seconda votazione, che si terrà a partire dalle 16, servirà il 61% dei votanti. Il 50% + 1 dei voti, invece, sarà sufficiente al terzo turno per eleggere il nuovo numero uno della Federazione.

Un retroscena significativo emerge a pochi minuti dall’esito del primo scrutinio. Quasi tutte le nuove società che avevano chiesto il commissariamento, avrebbero votato per Demetrio Albertini. Da qui un colloquio fitto fra Claudio Lotito e Andrea Agnelli, protagonista di un duro faccia a faccia con il presidente del Genoa Enrico Preziosi.

Prima dell’inizio della votazione, per il quale si sono dovute attendere le 14, tutti i principali protagonisti dell’assemblea hanno preso la parola. A partire proprio da Carlo Tavecchio: “Non tutti hanno letto il mio programma. Il presidente del Coni, Malagò, lo ha definito un programma coraggioso. Spiace se ho inasprito i toni, mi scuso con tutti. Il mio programma di 11 punti è innovativo ed il calcio va rimesso al centro di tutto. Dico no al corporativismo – prosegue il dirigente lombardo –  ma sì agli obiettivi. Ora le istituzioni facciano la loro parte, vogliamo tornare alla cultura del lavoro”.

“Sono amareggiato per gli attacchi ingiusti che ho subito. Ora si ritrovi la strada da percorrere, insieme”. Tavecchio legge il discorso, addolcisce i toni, prova ad apparire sotto una luce diversa: “La mia è una candidatura di servizio. Il calcio sia un momento di gioco, senza violenze, senza discriminazioni”.

Poi è la volta del giovane Demetrio Albertini, che preferisce andare a braccio: “Io sono l’alternativa. Per qualcuno pare sia un problema che sia stato ex calciatore, ma io da giocatore di calcio, sono al servizio della squadra. Al centro del mio progetto ci sono cultura sportiva, progetto sportivo e governance”. Per due volte l’ex centrocampista del Milan viene interrotto dagli applausi, ben più scroscianti di quelli riservati a Carlo Tavecchio: “Non ho mai fatto una corsa sui numeri, non è un partita contro qualcuno, ma voglio dare la possibilità di una scelta diversa. Voglio essere l’alternativa, dopo otto anni da dirigente sportivo e tanti sui campi. Metto a disposizione la mia esperienza”.

C’è tensione all’Hilton di Fiumicino. Giancarlo Abete, presidente uscente e coordinatore dei lavori d’assemblea, chiede unità ed impegno nel bene del calcio italiano: “Spero che la Figc abbia un presidente, non un commissario. Non ho mai creduto agli unti del signore, non serve chi non ha dimestichezza con i voleri che vengono dal basso, dalla base”. Abete conclude con un piccolo appello ai contendenti: “Se dovessimo pensare che per governare serva un largo consenso anche il Coni doveva essere commissariato: la cultura del pensiero unico non appartiene alla democrazia. Oggi sono emozionato, ma al contempo preoccupato”.

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