Ast-Thyssenkrupp, raggiunta l’intesa per Terni | Sospesa la mobilità per i 550 lavoratori

di Redazione

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Ast-Thyssenkrupp, raggiunta l’intesa per Terni | Sospesa la mobilità per i 550 lavoratori

| venerdì 05 Settembre 2014 - 13:32

Sospesa la procedura di mobilità per i lavoratori dello stabilimento Ast-ThyssenKrupp di Terni. Sindacati e azienda hanno trovato un accordo per il quale “i vertici della multinazionale tedesca non attiveranno altre iniziative unilaterali fino al 4 ottobre” e, parallelamente, i sindacati hanno assicurato che fino alla stessa data “non avvieranno iniziative unilaterali conflittuali”.  Questo significa: stop alla mobilità, ma anche agli scioperi.

L’intesa è arrivata dopo oltre 14 ore di confronto, con la mediazione del ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi. Adesso spetterà alle parti avviare un tavolo di confronto sul futuro dello stabilimento, ma i 550 lavoratori possono guardare al futuro con più ottimismo. Il primo incontro è fissato per lunedì prossimo al Mise.

“Per quanto riguarda in particolare Terni – ha spiegato la titolare dello Sviluppo Economico – la mediazione del Governo è riuscita a evitare che atti unilaterali compromettessero il futuro di una presenza industriale essenziale non solo per la regione Umbria ma per tutto il territorio nazionale. L’impegno del governo, delle istituzioni locali, dell’azienda e dei sindacati è adesso quello di raggiungere entro un mese un accordo che dia un futuro sostenibile al gruppo Ast”. Secondo il ministro: “Difendere l’industria siderurgica italiana e l’occupazione che garantisce perché l’acciaio è una produzione essenziale per l’economia nazionale alla quale il Paese non può in alcun modo rinunciare. È questa la strategia che il Governo sta portando avanti nelle numerose vertenze che hanno investito i maggiori gruppi siderurgici operanti in Italia, dall’Ilva alla Lucchini e all’Ast di Terni”.

Il ministro ha ricordato che sul fronte dell’Ilva, è stato raggiunto un accordo con il sistema bancario che consente la prosecuzione dell’attività del maggior impianto siderurgico italiano, il pagamento delle spettanze ai lavoratori e ai fornitori, rendendo così possibile continuare la ricerca di un forte partner (come Arcelor Mittal e gli altri gruppi che hanno manifestato il loro interesse), in grado di sostenere gli ingenti investimenti necessari al suo rilancio.

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