Belluscone, anche le formiche nel loro piccolo…

di Eugenia Nicolosi

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Belluscone, anche le formiche nel loro piccolo…

| lunedì 08 Settembre 2014 - 19:13

Non sono qui per parlare del signor B. e non sono qui per parlare di mafia, anche perché a quanto pare di mafia non se ne deve parlare.

Interessantissimo però, vedere come le vite di tutti si siano fermate all’indomani della presentazione del film ‘Belluscone’ a Venezia.

Cosa sia scattato nelle nostre teste non si sa ancora, ma é come se avessimo trovato finalmente una voce che parlasse per noi, dal momento che le condivisioni sui social network non sono più fotografie di piatti di pasta con le vongole ma frammenti di Cinico Tv, peraltro datati anni ’90.

Questo sta a significare che forse non siamo del tutto assopiti, accoccolati sul divano della nostra esistenza a drogarci di stupidaggini per non pensare e non osservare.

L’idea di trarre spunti di riflessione da ciò che ci propina il mondo esterno sembra non stopparsi, stavolta, all’alt di un annuire silenzioso mentre guardo gli appassionanti, compassionevoli e introvabili estratti del film, subito innalzato a Cult. Nota: come se non fosse abbastanza guardarsi intorno quando si esce di casa per tornare immediatamente indietro incazzati e mortificati per ciò cui l’umanità si é involuta.

Questo film lo sentiamo come nostro, ci appartiene, come se finalmente tutti i nostri più sarcastici commenti sul mondo-come-va-oggi avessero preso vita e fossero stati tradotti in un pensiero lineare che portato addirittura ad una mostra del cinema ha ottenuto la standing ovation.

Che bravi che siamo, noi che la pensiamo così da prima che uscisse il film!

Ci siamo visti trasposti su uno schermo e ci siamo letti nei racconti a toni alti dei critici cinematografici e no, anche se ci culliamo in quest’illusione, non siamo una categoria a parte. Non viviamo su un pianeta diverso dal cantante neomelodico ibrido e da chi la parola ‘carabiniere’ la vede come offesa. A chi é pronto a rispondere ‘io non sono così, sono diverso’ chiedo gentilmente di specificare IN COSA, esattamente.

Siamo noi, autentici e senza fronzoli, rappresentati come genere umano variopinto e beccato al naturale. Consoliamoci così: non ne usciamo come personaggi degni di grande stima (né forse piccola stima) ma é un volto simpatico.

La storia ci insegna ad essere scettici, soprattutto quando per le mani si ha a che fare con un risveglio delle coscienze. Caso che non é affatto – leggi affatto – il nostro.

Tutto sta a indicare che siamo solo a metà tra il divertimento nel vedere quanto possiamo essere esilaranti come popolo e l’orgoglio contagioso nello scoprire che qualcuno ha ancora voglia di dire a voce alta ciò che pensa anche se va contro partiti politici & Co, vedi ‘il film Belluscone va sequestrato’.

Ben lontani dunque dal clamoroso risveglio delle coscienze di cui tutti sentiamo il bisogno nel nostro piccolo, anche se cerchiamo rifugio nell’idea di un paese migliore, un giorno, quando toccherà a noi che sì che siamo onesti e incorruttibili, noi giovani del domani, noi che giovani non siamo quasi più, del domani che è oggi e che è identico se non peggio, di ieri. Perché noi siamo rivoluzionari dentro, che é l’importante, e di quello che succede fuori ce ne preoccuperemo più avanti.

Sappiamo essere furiosi come l’Orlando e focosi come Robespierre, l’intoppo sta nel fatto che immaginiamo di produrre un’onda d’urto con la sola forza del nostro pensiero, come il Divino Otelma.

Del resto, anche le formiche nel loro piccolo si incazzano (Cit.).

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