Le agenzie di poste private truffano i consumatori? | Oltre mille denunce, indaga la Procura di Palermo

di Redazione

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Le agenzie di poste private truffano i consumatori? | Oltre mille denunce, indaga la Procura di Palermo

| mercoledì 10 Settembre 2014 - 18:28

Sono oltre mille le denunce arrivate ai pm di Palermo che indagano su una presunta maxi truffa nei confronti dei consumatori messa a segno da alcune agenzie di poste private. La Procura si appresta a chiudere l’inchiesta, al momento a carico di Nunzio Giangrande, titolare di “Servizi postali” e Graziella Torrisi di “Posta più”, le due società a cui in franchising erano collegate 72 agenzie inizialmente sequestrate nell’ambito dell’indagine condotta dal pm di Palermo Paolo Guido.

Secondo l’accusa, attraverso le agenzie gestite in franchising che probabilmente erano all’oscuro di tutto, gli indagati gestivano senza l’autorizzazione della Banca d’Italia, un servizio di pagamento di bollettini. Solo che gran parte del denaro versato dagli ignari cittadini non sarebbe mai arrivato a destinazione, fermandosi nei conti milionari dei titolari delle società. Le filiali erano su tutto il territorio nazionale, ma la “Servizi postali” solo in Sicilia ne aveva 50.

Sul conto di Giangrande, aperto presso le Poste italiane, sono stati trovati 30 milioni di euro ancora sotto sequestro. Gli investigatori stanno cercando di capire se, come si sospetta, siano le somme inviate alla sede centrale dalle agenzie per il pagamento di bollettini, in realtà mai saldati. L’indagine è nata dall’esposto di un’agenzia di Latina che appartiene al circuito Poste più che riceveva le proteste dei clienti che segnalavano intimazioni al pagamento da parte di fornitori come Enel, l’azienda del gas palermitana, nonostante avessero pagato le bollette.

Nel tempo alla denuncia si sono aggiunte centinaia di querele di privati. L’inchiesta del pm di Palermo potrebbe allargarsi a tutte le società analoghe italiane che gestiscono abusivamente, senza cioè l’autorizzazione della Banca d’Italia, l’attività di servizi di pagamento. Gli investigatori non escludono la connivenza di alcuni direttori di uffici postali e stanno cercando di capire se la maxi truffa fosse finalizzata ad un riciclaggio di denaro sporco.

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