Napoli piange sulla bara bianca di Davide | La sorella del 17enne: “Non mi arrenderò”

di Alessia Rotolo

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Napoli piange sulla bara bianca di Davide | La sorella del 17enne: “Non mi arrenderò”

| venerdì 12 Settembre 2014 - 10:22

Una folla commossa, ordinata, distrutta dal dolore ha dato l’ultimo saluto a Davide, il ragazzo ucciso una settimana fa a Napoli da un carabiniere durante un inseguimento. Il corpo di Davide Bifolco è stato restituito alla famiglia e nella chiesa del rione Traino sono celebrati i funerali da don Lorenzo Manco.

Il comune di Napoli ha inviato una corona di fiori. La mamma di Davide, la signora Flora, è stata colpita da un leggero malore poco prima dell’inizio della funzione.

Molti i ragazzi con t-shirts bianche accanto alla bara di Davide con sopra una foto del 17enne e la scritta “Davide vive”. Sulla bara c’è una maglia da calcio rossa. Il padre di Davide, Giovanni, si è accasciato sulla bara dalla quale non è riuscito a staccarsi.

Pochi minuti dopo l’inizio del rito funebre per Davide Bifolco, nella chiesa è arrivata Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto dopo 55 giorni di agonia per le ferite inferte dall’ultrà romanista De Santis durante gli scontri a Roma prima della partita di Coppa Italia all’Olimpico Napoli-Fiorentina. La donna ha detto di essere venuta per “condividere il dolore di una mamma”, è uscita poco dopo dalla chiesa ed è andata via.

“Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e nessun tormento le toccherà”. Ha detto don Lorenzo Manco durante il funerale. “Noi, così come il padre e la madre, ci chiediamo perché Dio ha permesso che un ragazzo di diciassette anni perdesse la vita – ha detto nell’omelia citando il passo del Vangelo del dialogo tra Gesù e la sorella di Lazzaro, Marta – Gesù dà la risposta: tuo figlio risorgerà. Forse a parole sembra troppo facile e qualcuno penserà che il prete deve dire questo. Ma noi dobbiamo credere che Davide abbia la vita eterna. Davide vive non solo nel cuore di ognuno di noi, ma anche in Dio, nel Paradiso. Da lassù ci guarda e continuerà a tendere la sua mano a papà Gianni, a mamma Flora, ai fratelli, ai parenti e agli amici presenti”.

“Non mi arrenderò fino a quando non ci sarà giustizia”, ha detto la sorella dall’altare. “Cercano di farci passare per camorristi”, ha aggiunto un fedele. Poi e’ stato letto un appello dei genitori, che invocava “pace, pace, pace”.

Tanti i palloncini bianchi che hanno salutato l’uscita della bara alla fine della funzione.

 

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