Squadra Antimafia 6, la quarta puntata /FOTO De Silva e Calcaterra salvano la vita a Rosy Abate

di Rosy Buttafuoco

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Squadra Antimafia 6, la quarta puntata /FOTO De Silva e Calcaterra salvano la vita a Rosy Abate

| lunedì 29 Settembre 2014 - 21:06

Un colpo di scena dopo l’altro hanno tenuto il pubblico con il fiato sospeso fino alla fine. Alcuni nodi sono stati sciolti ma altri interrogativi si sono fatti avanti. Ma soprattutto si è fatta luce su Crisalide e sul suo scopo. 

Squadra Antimafia 6 – Il riassunto della quarta puntata

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La puntata si apre con Francesca all’obitorio che copre il corpo di Palladino. Licata parla fuori dalla stanza con Pulvirenti senza sapere che è lui la talpa interna alla Duomo e che è stato proprio lui a sparare a “Palla”. Un “mi dispiace tanto” che suona più falso che mai. Pure Francesca si confida con il giudice e gli dice che è preoccupata per Sandro, lasciandosi sfuggire della sua operazione sotto copertura in carcere, e Pulvirenti sembra cadere dalle nuvole. Che Francesca senza saperlo abbia fatto un passo falso?

Nel frattempo l’ex fidanzata di Palladino riceve la telefonata di Calcaterra che la informa si stanno dirigendo alla clinica per beccare De Silva e Pulvirenti subito lo avverte che ha la Duomo alle calcagna. De Silva allora decide di rapire Rosy.

Intanto Lara è andata da Veronica e le dice che è in pericolo. Lara vuole inserire la sorella in un programma di protezione. “Ti voglio bene” le dice “e farò di tutto per proteggerti.

La Duomo è alle costole di De Silva. Domenico finisce fuori strada con l’auto e di De Silva si perdono le tracce.

A casa di Veronica arriva Ettore Ragno che tenta di uccidere Lara. “Tu a lei non le devi torcere un capello” le dice Veronica che decide di non seguire il consiglio di sua sorella e di andare via con Ettore. Veronica inizia la sua latitanza con la famiglia Ragno, anche se Rachele non è particolarmente entusiasta.

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Nell’appartamento della Colombo la Duomo trova dentro un libro la prova del Dna che era stata rubata e il vice questore viene scagionata. La Ferretti decide allora di toglierle la sospensione e la fa rientrare in servizio.

I Ragno sono intenzionati a trovare De Silva e a fargli terra bruciata intorno. E in carcere che succede? Don Carmine non è per niente contento di come si sta comportando Ettore fuori dal penitenziario ma sembra anche avere altri problemi. Il suo avvocato gli ha fatto avere una foto di Sandro in divisa. Che il poliziotto sotto copertura sia in pericolo? Il boss pensa che si tratti di un fotomontaggio. Almeno per il momento…

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Rosy nel frattempo vede De Silva che si leva il travestimento da dottore e sembra capire che si trova in pericolo. Rosy non riconosce subito De Silva il quale gli mostra la fotografia di Arcieri, un “assassino come me e te”. “No, io non ho mai ammazzato nessuno” dice Rosy e De Silva allora le mostra tutti gli articoli di giornale dove si parla di lei. “Io so chi sei e te lo farò ricordare” le dice De Silva e Rosy trema di paura.

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Qualcuno intanto avverte i Ragno di aver visto De Silva con l’Abate e Ettore organizza una spedizione coinvolgendo anche Angelino, il più piccolo della famiglia. La madre di Angelino tenta di farlo ragionare ma invano. De Silva intanto dice a Rosy che suo figlio è morto e lei lo aggredisce. Mentre parlano la Abate vede dai monitor delle videocamere l’arrivo dei Ragno e De Silva scappa.

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Anche la Duomo arriva sul posto e inizia un conflitto a fuoco. Il primo a prendere una pallottola è (ovviamente) Angelino che però rimane vivo. De Silva scappa in macchina mentre Rosy si allontana a piedi. La sparatoria prosegue tra i Ragno e la Duomo ma nessuno sembra avere la meglio, fino a quando Angelino non si trova davanti a Vito. “Sempre uno sbirro di merda sei” gli dice. Mentre scappano, Ettore e Saro gli dicono che a casa non ci può può tornare perché “sua madre se la fa con uno sbirro”.

Rosy scappando si ritrova in un parco giochi. Visto un bambino che sta giocando le sembra suo figlio e mentre lo accarezza la madre l’aggredisce. Domenico e Vito sono in macchina e la stanno cercando. Un passante chiede a Rosy se le serve aiuto e la Abate chiama la polizia e chiede di Calcaterra. Il giudice Pulvirenti ascolta la chiamata e subito si mette all’opera nella sua veste di talpa. A trovare per primo Rosy (come ormai da copione) è De Silva. Ma com’è che Calcaterra è sempre in ritardo?

Il commissario trova per terra il ritaglio di giornale con l’articolo della morte di Leonardo. Ma di Rosy nessuna traccia.

De Silva fa l’ennesima puntura a Rosy: “Dormi e ricorda” le sussurra e la chiude sotto chiave. Qualunque cosa ci fosse nella siringa sembra funzionare. Intanto De Silva incontra i Rizzo: il killer sembra intenzionato a cambiare famiglia mafiosa.

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La scena si sposta in carcere: Sandro questa volta è davvero in pericolo. Don Carmine ha saputo della sua operazione sotto copertura e mentre si trova di servizio nelle cucine un uomo tenta di accoltellarlo. Ma il finto muto grida: “Sandrooooo” e lui riesce a salvarsi. Ma ad avere la peggio è stato il suo compagno di cella, Gigi, che viene ucciso per avergli salvato la vita. Pietrangeli non sembra perdonarselo. Ma come ha fatto Don Carmine a sapere della sua operazione? Chi lo ha informato?

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 Da una scena di tensione all’altra. Dopo l’ennesima puntura Rosy ricorda un flash della morte di suo figlio e De Silva le dice: “La cosa più brutta del mondo è successa qui, Leonardino…. è successo qui”. E lei, un ricordo dopo l’altro, ricostruisce tutto. E in un attimo aggredisce di nuovo il suo rapitore.

In preda alla disperazione Rosy si butta in mare decisa a farla finita. Sott’acqua rivive i momenti più belli passati con il figlio. A salvarle la vita è De Silva che la riporta a riva. “Ti ci porto io da tuo figlio”.

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I due vanno al cimitero tenendosi per mano (ma come??). Rosy si ferma davanti alla tomba di Leonardo ma non sono soli: arrivano Domenico e Vito. La povera donna inizia a piangere rivivendo per l’ennesima volta la morte del figlio. Poi sussurra qualcosa all’orecchio di De Silva. “Adesso dammi quello che mi spetta a me, per favore te lo chiedo, ammazzami”. Ma questa volta Calcaterra sembra arrivare in tempo per fermare De Silva. Rosy allora prende la pistola intenzionata a farla finita e il commissario per fermarla le spara a un braccio.

 Rosy Abate decide di parlare anche con la Duomo. Ector Lopez così si fa chiamare Arcieri. Solo poche cose si vengono a sapere, le stesse informazioni che ha De Silva. E tra Lara e Rosy non mancano le occhiatacce.

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La polizia arriva a casa della madre di Angelino finito in latitanza con il resto della famiglia. Lui parlando con Rachele confessa che ha paura, che “la prossima volta non rimane vivo”. E nell’abitazione dove si nascondono arrivano gli uomini di Rizzo. Subito il conflitto a fuoco: Angelino uccide a colpo freddo. “Ora sei un uomo” gli dice Rachele. E la famiglia scappa. Come hanno fatto i Rizzo a sapere della loro tana? Ovviamente grazie alle informazioni di De Silva.

Intanto De Silva, grazie alle informazioni di Rosy, trova il nascondiglio di Arcieri. Lo stesso però ha fatto la Duomo. De Silva riesce a sparare ad Arcieri che finisce in acqua. Calcaterra si butta a mare e lo salva. Ma decidono di tenerlo nascosto: il commissario chiama Licata e gli dice che è morto. Alla telefonata assiste anche il giudice/talpa Pulvirenti. E la Duomo porta Arcieri in ospedale, ma lontano da Catania.

Arcieri si sveglia e si confida con Calcaterra: la talpa è Pulvirenti, sta con Crisalide sin dall’inizio. Il questore Licata raggiunge il giudice che aveva scordato la valigetta e Pulvirenti, all’arrivo della squadra, lo prende in ostaggio. In macchina la talpa dice che Crisalide vuole “contenere” la mafia perché dopo anni passati a combatterla Cosa Nostra è diventata sempre più forte. Un discorso assurdo che il questore non vuole nemmeno ascoltare.

Abbandonato Licata Pulvirenti, previa chiamata all’amico fidato De Silva, scappa in un posto sicuro. Ma vuole un piano di fuga. La Duomo perquisisce casa di Pulvirenti. La squadra trova una chiave e una pistola dello stesso calibro di quella che ha ucciso Palladino. Intanto i Ragno fanno strage di Rizzo. Prima di uccidere il fratello di Tano, questo confessa ad Ettore che loro non c’entrano niente con la morte di Nicola: qualcun altro li ha messi in mezzo per iniziare questa guerra.

Alla Duomo arrivano i risultati balistici: è stato il giudice ad uccidere Palladino. De Silva intanto raggiunte Pulvirenti e decide di risolvere la faccenda nel suo stile: ammazzandolo. Prima di abbandonare il cadavere gli mette in mano la pistola, spara un altro colpo e gli lascia in tasca una lunga lettera d’addio in cui chiede perdono e in cui spiega come è nata Crisalide all’interno delle istituzioni, per “arginare” il sistema mafioso intervenendo laddove lo Stato non poteva fare niente.

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Nella lettera dice che tutti gli indizi sono in una cassetta di sicurezza e che non riesce a perdonarsi per aver ucciso Gaetano Palladino. Ma chi l’ha scritta questa lunga confessione? Un nome di certo viene in mente…

Calcaterra va a trovare Rosy che si sta riprendendo anche se la morte di suo figlio continua a sconvolgerla. Il commissario le dice usciamo di qui. Nel frattempo qualcuno in ospedale ha tentato di uccidere Arcieri che però, da bravo agente dei Servizi Segreti, riesce a scappare. Ma il telefono del commissario della Duomo squilla. “Hai appena cominciato una partita con Crisalide che sai di non poter vincere” gli dice Arcieri.

De Silva intanto va a trovare il suo “capo” in un palazzo nobiliare. Si scopre un volto di Crisalide, un uomo che ha a cuore Catania, che agisce nell’ombra. Un uomo che ha deciso di salvare De Silva e di curarlo. “Con la morte di Pulvirenti ci siamo liberati di alcune cose, ora possiamo ripartire ancora più forti di prima. Hai fatto un buon lavoro Filippo”. E siamo certi che continuerà a farlo anche nelle altre puntate.

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