Alzheimer, le donne gelose sono più a rischio. Lo stress raddoppia le probabilità di soffrirne

di Redazione

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Alzheimer, le donne gelose sono più a rischio. Lo stress raddoppia le probabilità di soffrirne

| giovedì 02 Ottobre 2014 - 18:20

Le donne di mezza età ansiose, e soprattutto gelose, hanno quasi il doppio delle probabilità di soffrire di Alzheimer rispetto a quelle più “tranquille”: è l’esito di una ricerca condotta dalla University of Gothenburg, risultati tanto curiosi quanto allarmanti, considerando che si prevedono 44 milioni di persone affette da demenza senile entro il 2050.

Per la conduzione dello studio, pubblicato su Neurology, sono stati effettuati una serie di test di personalità a 800 donne, quando erano arrivate alla fine dei trent’anni, alla fine sei quarant’anni e alla fine dei cinquant’anni: tra le domande poste, alcune erano relative all’essere nevrotici, caratteristica determinata dall’essere ansiosi, irascibili e gelosi; poi è stato chiesto loro se fossero stressate dal lavoro, da problemi familiari o da motivi di salute, e la domanda è stata ripetuta a intervalli di cinque anni.

La ricerca, durata 38 anni, si è conclusa con il risultato che tra le 800 donne, 153 avevano sviluppato demenza: coloro che avevano totalizzato un punteggio più alto nei test che misuravano la nevrosi, erano evidentemente più propense alla patologia, solo nel caso in cui fossero state sottoposte a uno stress perdurato anni.

Una caratteristica aggravante si è dimostrata essere la timidezza, presente nelle donne che avevano un rischio più alto: “La maggior parte delle ricerche sull’Alzheimer – ha spiegato Lena Johannsson, autrice dello studio – sono state dedicate a fattori come istruzione, rischi cardiovascolari, traumi cerebrali, storia familiare e genetica. La personalità potrebbe influenzare il rischio di demenza attraverso il suo effetto sul comportamento, lo stile di vita o le reazioni allo stress. È stimato che il numero di persone con demenza crescerà drammaticamente. E’ dunque importante identificare i fattori di rischio e quelli protettivi”.

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