Prestiti alle piccole e medie imprese | Registrata maggiore flessibilità ad inizio 2014

di Redazione

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Prestiti alle piccole e medie imprese | Registrata maggiore flessibilità ad inizio 2014

| lunedì 06 Ottobre 2014 - 07:16

Sono stati resi noti i dati sull’andamento dei prestiti riguardanti il primo periodo del 2014 che si sono rivelati in ascesa sia per quanto riguarda i finanziamenti concessi che per le semplici richieste. Una situazione che evidenzia innanzitutto lo stallo della capacità di spesa dei privati, dove i più danneggiati sembrano essere ancora una volta i pensionati, costretti a ricorrere a prestiti, come ad esempio quelli Inps (utilizzati per ottenere condizioni più favorevoli come evidenziato su http://www.zonaprestiti.com/prestito-pensionati-inps.htm). Prestiti che, ancora oggi, non sempre vengono erogati dalle banche, che sembrano essere invece diventate più flessibili di fronte alle richieste delle Pmi.

La ragione però non è legata tanto a un cambiamento di rotta delle politiche sui finanziamenti, ma quanto all’accordo che nel 2013 ha rilanciato il mercato del credito alle piccole e medie imprese. Secondo i dati rilevati dall’Abi, con l’adesione dell’associazione bancaria e le principali associazioni rappresentative delle imprese all’Accordo per il credito, sono state più di 15 mila le domande di richieste di finanziamento soddisfatte, per un controvalore di poco superiore ai 4,9 miliardi di euro.

Ma la disponibilità economica non si è esaurita, dato che il fondo alla base dell’Accordo è stato dotato di 10 miliardi. Al momento, quindi, si è giunti a poco meno della metà, ragione per cui sarà data la possibilità di accedervi fino alla fine di quest’anno, grazie alla proroga concordata.

Sempre secondo i dati dell’Abi, le imprese di piccole e medie dimensioni che ne hanno beneficiato maggiormente sono quelle del Nord, che hanno il numero più alto dei finanziamenti (quasi l’80% del totale erogato), e a seguire il Centro (poco più del 15%) e a chiudere le imprese delle isole e del sud della penisola (con poco più del 6%).

Il trend delle domande potrebbe essere stato condizionato anche dal livello di fiducia sulla ripresa, dal momento che è indubbio che non ci può essere una vera e propria ripresa se non ripartono i consumi. Le imprese del Nord si sono mostrate più fiduciose riguardo al futuro, e quindi più propense a chiedere prestiti per poter effettuare investimenti, rispetto a quelle del Sud che mostrano ancora un certo grado di diffidenza. Per i vari settori non ci sono limitazioni di accesso, ma al momento le imprese che hanno attinto con maggiore assiduità al fondo sono quelle dell’industria, mentre all’ultimo posto si posizionano ancora una volta le aziende agricole.

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