Che effetti ha sul corpo umano l’Ebola? | Gli stadi di avanzamento del virus

di Redazione

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Che effetti ha sul corpo umano l’Ebola? | Gli stadi di avanzamento del virus

| giovedì 09 Ottobre 2014 - 16:17

Il mondo trema alla paura di una possibile epidemia di Ebola, soprattutto in seguito al primo caso di contagio in Europa: soltanto in Africa occidentale, il virus ha mietuto oltre 3400 vittime, e nonostante esistano alcuni farmaci sperimentali volti a contrastarlo, non è ancora stata trovata una cura dalla completa efficacia.

Una volta infettati, passa circa una settimana prima che i sintomi iniziali si manifestano. Ma che effetti ha sul corpo umano il virus Ebola? Il Washington Post ha illustrato gli 11 stadi di avanzamento della malattia.

  • 1) Esposizione

Le particelle del virus si trovano nei fluidi corporei, e possono infettare le altre persone passando per le mucose, per le ferite sulla pelle, per gli occhi o tramite gli aghi infetti: da precisare che il contagio non è stato ancora dimostrato che il contagio possa avvenire per via aerea, o tramite gli insetti. Anche il contatto con i cadaveri delle persone morte a causa dell’Ebola può infettare: non a caso, la particolare attenzione di parenti ed amici verso le vittime in Africa occidentale, ha contribuito in modo consistente alla diffusione del virus.

  • 2) Incubazione

Questa fase dura tra i 2 e i 21 giorni, ma solitamente sono necessari tra i 4 e i 10 giorni affinché i sintomi compaiano improvvisamente.

1 – L’Ebola è un filovirus, un filamento di proteine portatrici di materiale genetico (RNA), che porta con sé 7 geni che codificano le informazioni per attuare la moltiplicazione virale e per difendersi contro il sistema immunitario dell’organismo infettato.
2 – Il virus si attacca alla superficie esterna di una cellula, e viene inglobato dalla membrana cellulare, che è la prima protezione della cellula.
3 – Le proteine del virus “ingannano” la membrana, facendola aprire verso l’interno della cellula, dove il virus si moltiplica.
4 – Non è ancora chiaro in che modo il virus esca dalla cellula: una prima ipotesi sostiene che i filamenti virali creino una protuberanza nella superficie della cellula, dalla quale si staccano, mantenendo uno strato protettivo intorno.

  • 3) I primi sintomi

A una settimana dall’esposizione al virus, le persone infettate iniziano ad avere i primi sintomi, cioè febbre, tremori, dolori muscolari, mal di gola e debolezza generale, gli stessi che vengono avvertiti nel contagio della malaria e delle infezioni virali all’apparato respiratorio.
Il virus attacca le cellule del sistema immunitario nella circolazione sanguigna, le quali, una volta contagiate, portano l’infezione al fegato, alla milza, e ai linfonodi, bloccando il rilascio di interferone, una proteina prodotta dal sistema immunitario volta a contrastare il virus.

  • 4) Circolazione sanguigna (1)

Le proteine che vengono rilasciate dalle cellule del sistema immunitario portano a un’ampia infiammazione, la quale può danneggiare il rivestimento dei vasi sanguigni, con conseguente rischio di provocare delle perdite.

  • 5) Circolazione sanguigna (2)

Quando le macrofagi, le cellule del sistema immunitario, vengono attaccate dall’Ebola, rilasciano proteine che causano la coagulazione del sangue, ostacolando il flusso sanguigno verso organi quali il cervello, il fegato e i reni.

  • 6) Circolazione sanguigna (3)

La milza inizia a subire gravi danni in quanto i globuli rossi si sgretolano quando attraversano i vasi sanguigni più piccoli, che sono pieni di grumi di sangue coagulato.

  • 7) Circolazione sanguigna (4)

Gradualmente le cellule nel fegato muoiono, e il sangue perde la sua capacità di coagularsi, aumentando esponenzialmente il rischio di avere qualsiasi emorragia interna o esterna. Solitamente non sono state riscontrate grandi perdite di sangue nei casi di Ebola, ma quando si verificano, avvengono tendenzialmente nell’intestino.

  • 8) Sintomi avanzati

Dopo cinque giorni circa, i pazienti sviluppano sintomi chiaramente identificabili con un’infezione da Ebola, ovverosia:
– sfoghi cutanei sul viso, sul torso, sul collo e sulle braccia, con relativo sfaldamento della pelle;
– nausea, vomito e diarrea;
– fiato corto, mal di testa, dolori al petto, occhi arrossati e stato confusionale;
– emorragie cutanee ed ematomi;
– sanguinamento da occhi, orecchie, naso, bocca, mucose e dal retto;
– in caso di gravidanza, aborto spontaneo.

  • 9) Disfunzione multi-organo

L’Ebola danneggia numerosi tessuti nell’organismo, sia a causa delle infezioni provocate dal virus, sia dalla risposta antinfiammatoria violenta:

– Le ghiandole surrenali collassano, causando una riduzione della pressione sanguigna e una minore capacità di produrre ormoni steroidei;
– I tessuti connettivi dell’organismo subiscono ingenti danni, perché sono costituiti da cellule che riempiono gli spazi tra un organo e un altro nelle cavità dell’organismo;
– In molti casi si verificano insufficienza epatica e renale;
– L’infezione al pancreas può causare forti dolori all’addome;
– I danni all’intestino causano diarrea e una forte disidratazione.

  • 10)  Cervello

Nel cervello si accumulano fluidi: questi portano a ulteriori infiammazioni del sistema nervoso, che causano crisi e convulsioni e che possono contribuire alla diffusione del virus nell’ambiente circostante.

  • 11)  Morte

Generalmente i decessi causati dell’Ebola avvengono nell’arco di 6-16 giorni, e sono causati generalmente dalla bassa pressione sanguigna, l’insufficienza di più organi, e l’incapacità dell’organismo di superare e contrastare l’infiammazione.
Nei casi in cui i pazienti non muoiono, i sintomi gravi si presentano ugualmente, e prima di un ripristino completo del sistema immunitario passano mesi, durante i quali si ha a che fare con infiammazioni ai nervi, al fegato e psicosi.

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