È il giorno della mobilitazione studentesca. I ragazzi chiedono “una scuola, un’università, un Paese diverso”. Nel “mirino” degli studenti, le riforme varate dal governo guidato da Matteo Renzi e, in particolare, il Jobs Act.
“Il premier – dice Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari – non può usare la condizione giovanile come uno slogan fine a se stesso. È ora che la politica si prenda le sue responsabilità dando risposte reali a una generazione precaria privata del proprio futuro. La stessa generazione che domani sarà in piazza per dire che è la’ Grande Bellezz’a di questo Paese e che ha fame di diritti e cambiamento”.
Tanti gli striscioni portati dai liceali romani, che si dirigono verso la sede del Miur in viale Trastevere. Su alcuni si legge: “Non è buona come pensi la tua scuola Mr. Renzi”, “Virgilio in lotta”, “Cambia il vento ma noi no”, “Ci portate alla deriva siamo noi l’alternativa”, “I diritti si conquistano a spinta”, “La vostra distruzione, la nostra istruzione”. Insieme agli studenti in piazza anche docenti e precari della scuola.
Gli insegnanti sono scesi in piazza nella Capitale con dei grandi “matitoni” rossi fatti in cartapesta. “Abbiamo scelto la matita perchè è un simbolo, strumento del nostro mestiere – spiega Maria, professoressa di inglese e precaria da 16 anni -. Oggi siamo qui per contrastare questa possibile riforma della scuola firmata da Matteo Renzi che di buono non ha nulla. Anzi impoverisce e distrugge la scuola pubblica. Cresceranno così generazioni di robottini senza capacità critica e indottrinati a fare tutti la stessa cosa”.
I docenti stanno sfilando con una t-shirt con la scritta “Docenti Professionisti, Radiati, Esasperati, Cancellati, Annullati, Raggirati, Ignorati”.
“Scuola per tutti precarietà per nessuno”, gridano a Torino. Il corteo è partito da piazza Arbarello e sta sfilando nel centro cittadino. Uno studente è intervenuto all’attivo dei delegati della Cgil in corso al teatro Alfieri alla presenza di Susanna Camusso. “Stiamo sfilando – ha detto – perchè la scuola pubblica sta subendo l’attacco definitivo e questo è confermato dal documento ‘Buona scuola’, che parla di lavoro ma di un lavoro che non verrà retribuito, parla di sfruttamento. Noi vogliamo una scuola gratuita per tutti, una scuola che non sia fabbrica di robot capaci solo di ubbidire al padrone”.
Manifestazioni sono in corso, oltre a Roma, anche Milano, Napoli, Treviso, Torino, Palermo, Padova, Pavia, Firenze e Bologna (nel video) e molte altre città.
“Negli anni gli studenti italiani – spiega Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti – sono stati dimenticati, messi da parte ed esclusi, come molti altri soggetti. Vogliamo riprenderci il nostro ruolo di motore della società, vogliamo dimostrare al Paese e alla politica che siamo noi la ‘Grande Bellezza’ di questo Paese. Vogliamo quindi una scuola all’altezza delle nostre idee, vogliamo una scuola che sia un luogo aperto e vivo, non il palcoscenico di competizioni e individualismo”.”Vogliamo una scuola all’altezza degli standard europei e – sottolinea Irone – veramente innovativa, non restaurata da provvedimenti saltuari. Vogliamo restituire le Grandi Bellezze di questo paese a chi, necessariamente, le vive e toglierle al degrado e alla criminalità, nelle quali per troppo tempo sono state imprigionate. Abbiamo bisogno di: diritto allo studio, accesso alla cultura, spazi di aggregazione e un vero investimento politico e culturale del Paese tutto in noi giovani. Oggi saremo nelle nostre piazze per ribadirlo, non ci stancheremo mai di dire che la ‘Grande Bellezza’ siamo noi!”.
A Palermo i manifestanti hanno anche lanciato delle uova contro la sede regionale della Banca d’Italia e contro la direzione regionale di Unicredit.
Su Twitter è stato lanciato l’hashtag #grandebellezza