Nicchi apre alla moviola, ma avvisa: “La Serie A non diventi una playstation”

di Redazione

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Nicchi apre alla moviola, ma avvisa: “La Serie A non diventi una playstation”

| lunedì 13 Ottobre 2014 - 11:24

Moviola si, moviola no, il dibattito sull’introduzione della tecnologia è arrivato ad un punto di svolta. La scorsa settimana l’apertura della Fifa e del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, oggi è la volta di Marcello Nicci, presidente dell’Aia: “Volete la tecnologia? Fatela pure, nessun problema. Ma non vorrei che la Serie A diventasse una playstation”.

“Piace ancora questo calcio così? Le televisioni sono diventate padrone del calcio, gli stadi sono sempre più vuoti e se finisce il giochino che facciamo? Chiudiamo gli stadi di serie A”.  Nicchi è prudente, ma rimane comunque a disposizione della Figc per qualsiasi forma di sperimentazione: “Tavecchio mi ha chiesto se l’Aia fosse disponibile a eventuali sperimentazioni e io ho detto subito di sì. Lascio ad altri le interpretazioni, anche se penso che la moviola interessi a pochi”.

L’ex arbitro della Serie A ci tiene anche a precisare la differenza tra moviola e tecnologia: “Una cosa è la tecnologia, un’altra la moviola. Noi come Aia siamo sempre i primi al mondo a fare sperimentazioni, siamo disponibili ma non credo che sia questa la soluzione a un problema molto complesso sia come autorizzazioni che come sperimentazioni”.

Capitolo Juventus-Roma. Rocchi vittima del sistema mediatico: “Arbitrare è sempre stato e sempre sarà difficile, però questa settimana ci ha fatto capire che le polemiche non fanno bene al mondo del calcio in genere – afferma Rocchi – La direzione di gara di Juventus-Roma è stata piuttosto regolare e la dimostrazione arriva dagli altri paesi: all’estero, infatti, è stata giudicata fondamentalmente giudicata normale”.

“Secondo gli organismi dell’Uefa e della Fifa gli episodi di quella partita sono considerabili come ‘al limite’ e nemmeno la tecnologia è riusciti a chiarirli”. Spettro Calciopoli? Il presidente dell’Aia dice la sua: “Sugli arbitri grava assolutamente il fardello di Calciopoli, ma l’Aia è un’associazione completamente nuova e non ci portiamo dietro niente dell’epoca – chiosa – Abbiamo chiesto a più riprese a miliardari superprofessionisti atteggiamenti consoni, ma continua ad accadere il contrario: dopo appena 6 giornate di serie A ci sono stati 18 espulsi, mentre in 8 gare di B addirittura 50”.

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