Tennis-scommesse, Starace e Bracciali nella bufera. Interviene la Federazione

di Emanuele Termini

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Tennis-scommesse, Starace e Bracciali nella bufera. Interviene la Federazione

| mercoledì 15 Ottobre 2014 - 17:14

Un nuovo, inquietante, filone d’inchiesta su sport e scommesse sembra emergere dalle indagini della procura di Cremona che da mesi indaga sulle partite di calcio truccate: adesso nelle indagini sarebbero entrate anche partite di tennis. Dall’esame di un considerevole numero di conversazioni in chat su Skype e sms tra i già noti intermediari bolognesi, quelli di Pescara ed alcuni atleti, emergono diversi tentativi di combine.

Uno dei nuovi indagati, il ds del Perugia Roberto Goretti, avrebbe parlato di un grosso giro di denaro intorno ai match che sarebbero stati “addomesticati” da tennisti compiacenti inseriti nel giro. Tra i tennisti che rischiano di essere coinvolti ci sarebbero gli italiani Daniele Bracciali e Potito Starace. In totale gli indagati sono 111, ma solo alcuni avrebbero svolto funzioni di vertice.

Immediate le reazioni di Angelo Binaghi, presidente della Fit (Federazione italiana tennis). Il Consiglio di Presidenza della Federazione è stato subito convocato per analizzare “quanto pubblicato oggi da numerosi organi di stampa a proposito del presunto coinvolgimento di alcuni tennisti italiani nell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Cremona sulle scommesse nel calcio”.

Il Consiglio ha deciso di attivare immediatamente la Procura Federale la quale – fa sapere la Federazione – di concerto con la Procura Generale del Coni, cosi’ come previsto dal nuovo Codice della Giustizia Sportiva e procedera’ a richiedere agli inquirenti cremonesi gli atti relativi a tutti i tennisti il cui nome compaia negli atti.

“Se l’inchiesta dovesse confermare quanto sembra trasparire dalle intercettazioni pubblicate dai giornali – ha dichiarato Binaghi – si tratterebbe di illeciti da considerare gravissimi e intollerabili anche se, a differenza del calcio, commessi nell’ambito di eventi internazionali, dunque non organizzati ne’ gestiti da noi. Visto il danno d’immagine arrecato al tennis italiano – conclude – la Fit si dichiara fin d’ora parte lesa dagli eventuali reati commessi sia da propri tesserati sia da terze persone”.

 

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