Scoperta a Roma una raffineria di cocaina | Quattro persone finiscono in manette /VD

di Redazione

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Scoperta a Roma una raffineria di cocaina | Quattro persone finiscono in manette /VD

| venerdì 24 Ottobre 2014 - 09:08

Maxi operazione antidroga della Guardia di Finanza di Roma. I baschi verdi del gruppo di Fiumicino hanno individuato, nella periferia est della Capitale zona Marco Simone, in uno stabilimento per la lavorazione di metalli, una raffineria clandestina di sostanze stupefacenti. Sono così scattate le manette per quattro sudamericani. Contestualmente, allo scalo Leonardo Da Vinci è stata arrestata una cittadina portoghese che viaggiava con 17 chili di cocaina nel bagaglio. Azzerato inoltre il patrimonio di un’organizzazione che gestiva quintali di “polvere bianca”.

Alla raffineria gli investigatori sono arrivati grazie allo sviluppo di elementi appresi in ambito aeroportuale. Il blitz ha permesso di ritrovare 3,2 chili di cocaina, 510 grammi di sostanza da taglio (mannite) e numerosi strumenti per la trasformazione, il taglio e il confezionamento dello stupefacente per il successivo spaccio (bilance di precisione, pressa, fornelletti, solventi e diluenti). Due venezuelani, un dominicano naturalizzato olandese – il “chimico” del gruppo – e una ecuadoriana sono stati arrestati e rinchiusi a Regina Coeli e Rebibbia.

Quasi contestualmente, all’interno del “Leonardo da Vinci”, è stata intercettata, proveniente da San Paolo (Brasile), una portoghese con 17 chili di cocaina. Una parte, in polvere, era nascosta nel doppiofondo del bagaglio; altra droga in forma liquida era in tre giubbotti e cinque borse. Gli indumenti erano imbevuti della sostanza che sarebbe poi stata recuperata con un laborioso processo chimico. Individuato il destinatario, i finanzieri hanno immediatamente fatto irruzione in un appartamento della periferia della capitale, riuscendo, così, a impedire la fuga dell’uomo. L’italiano – trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa, munizioni, cellulari, sim card e due paralizzatori elettrici, i cosiddetti ‘taser’, è stato arrestato e condotto, con la complice, nel carcere di Civitavecchia.

L’altra recentissima operazione riguarda l’azzeramento del patrimonio di un’organizzazione criminale, che, con il traffico internazionale di cocaina, aveva accumulato un’ingente fortuna visibilmente sproporzionata con i risibili redditi dichiarati dai singoli associati. Dopo l’arresto dei sette componenti della banda e il sequestro di oltre un quintale di “polvere bianca”, i finanzieri del Gruppo di Fiumicino hanno, quindi, avviato le indagini bancarie e patrimoniali, passando al setaccio migliaia di transazioni finanziarie e svelando una fitta rete di operazioni e negozi preordinati a schermare l’effettiva titolarità dei beni, mobili ed immobili, tutti fittiziamente intestati a “teste di legno” compiacenti. I complessi approfondimenti patrimoniali hanno confermato come gli ingenti profitti dell’attività criminale fossero stati, sistematicamente ed efficacemente, investiti in depositi bancari e nell’acquisto, tra Roma e Bergamo, di 12 prestigiose unità immobiliari; 20 automezzi – tra cui Mercedes, BMW e Audi – e 2 aziende, operanti nel settore del trasporto su strada e  dell’intermediazione immobiliare, per un valore complessivo superiore a  4 milioni di euro.

Dall’inizio dell’anno sono già quasi 3 le tonnellate di droga sequestrate dalle  Fiamme Gialle romane, di cui oltre 210 chili di cocaina. Ben 470 sono le  persone denunciate e 190 quelle arrestate.

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