“Non si risolve la crisi con le manifestazioni” | Confindustria rilancia la riforma del lavoro

di Nadia Palazzolo

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“Non si risolve la crisi con le manifestazioni” | Confindustria rilancia la riforma del lavoro

| sabato 25 Ottobre 2014 - 14:18

“Francamente non credo che in un momento di grave crisi, manifestazioni o scioperi siano la migliore delle soluzioni”. Sono le parole del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che è intervenuto al XXIX convegno dei Giovani industriali.

Parole, quelle di Squinzi, che non possono non rimandare alla manifestazione della Cgil in corso a Roma.

Sul lavoro, prosegue il numero uno degli industriali, servono “politiche attive che facilitino un migliore incontro tra domanda e offerta”. Su questo, aggiunge, “attendiamo con fiducia la conclusione dell’iter della riforma del mercato del lavoro. Tutti siamo convinti che la questione cruciale sia far ripartire il lavoro e la domanda interna”. Secondo Squinzi, “questo però non si innescherà senza un robusto impulsi del governo sugli investimenti in infrastrutture”. Nello “Sblocca Italia”‘ “ci sono buoni incipit in questo senso” ma la “profondità della crisi richiede una terapia più robusta”.

Secondo Squinzi Abbiamo assoluto bisogno di tornare a un credito prossimo alle imprese e a costi competitivi e che il sistema bancario torni ad assumersi il suo giusto rischio e a canalizzare le risorse verso i programmi imprenditoriali più innovativi. C’è il merito ma c’è anche la qualità dell’impresa e dell’imprenditore, del suo progetto che spesso in Italia la banca non guarda neppure”.

“Indispensabile – per Squinzi – che la pressione fiscale sia rimodulata e ridotta in modo da favorire l’espansione dell’attività di impresa. Non possiamo che plaudire alla scelta del Governo e del presidente Renzi di eliminare dall’Irap il costo del lavoro, la più perfida delle tassazioni e – prosegue – di decontribuire le assunzioni a tempo indeterminato. Resta aperto il tema del prelievo fiscale sui beni strumentali all’attività aziendale, che noi riteniamo sia una scelta sbagliata. So però che anche questo è un dossier aperto sul tavolo del presidente del Consiglio”.

“A chi è guidato dal principio di realtà si presenta uno scenario preoccupante e denso di stimoli: l’immagine di un Paese sfiduciato, ma ancora ricco di risorse, che sa di non potersi fermare, ma indugia ancora sulla direzione da prendere”, dice il leader degli industriali e  sottolinea i “tre record non invidiabili” del Paese: “La maggiore pressione fiscale sui redditi da lavoro, il più alto tasso di evasione fiscale e il debito pubblico proporzionalmente più elevato di tutta l’Unione europea”. E, aggiunge, “siamo al sesto anno di una crisi di cui non si conoscono ancora gli esiti”.

 

 

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