“I miei otto mesi intensi alla Farnesina” | L’addio, e un rimpianto, di Federica Mogherini

di Azzurra Sichera

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“I miei otto mesi intensi alla Farnesina” | L’addio, e un rimpianto, di Federica Mogherini

| mercoledì 29 Ottobre 2014 - 20:17

Dopo otto mesi di incarico, Federica Mogherini lascia il posto di ministro degli Affari Esteri. Dal primo novembre si occuperà della politiche estera europea, nei panni di “Lady Pesc”. Otto mesi “intensi” non c’è che dire, in cui ha visitato 5 Paesi dell’Unione Europea, 8 Paesi europei non Ue, 3 nelle Americhe e 7 Paesi del Mediterraneo e Medio Oriente. Il compito più difficile è stato senza dubbio lavorare per tentare di ristabilire un cammino di pace nei paesi martoriati della guerre.

Un unico rimpianto ha Federica Mogherini prima di lasciare il suo incarico, un’unica battaglia ancora non vinta: riportare a casa, insieme e definitivamente, i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Il suo ultimo pensiero è infatti rivolto a loro: “Ai due fucilieri e alle loro straordinarie famiglie il mio più affettuoso pensiero”.

“L’Unione europea non è Bruxelles, ma ogni singolo cittadino dei 28 Paesi, siamo tutti noi e sono convinta che troverò in questo Parlamento un convinto compagno di strada” nel sostenere la linea europeista. Con queste parole il ministro ha annunciato alla Camera le dimissioni da parlamentare. Nel ringraziare tutti i colleghi, la Mogherini ha voluto ricordare in particolare “Walter Veltroni”, con cui ha iniziato ad alti livelli il suo impegno in politico. Quello di oggi “non è un addio ma solo un arrivederci”.

E oggi il premier Renzi è salito al Colle per una prima ricognizione sulla possibile successione.

Di seguito il testo integrale della lettera pubblicata sul sito del ministero degli Esteri: 

Sono stati otto mesi intensi. Forse mai prima di questo 2014 il mondo, e la nostra regione in particolare, aveva visto tante crisi tutte insieme e tutte di una gravità eccezionale: dall’Ucraina alla Libia, da Gaza a Isil, dalla Siria all’Iraq al dramma di ebola.

Il resoconto che abbiamo voluto preparare e presentare di questi otto mesi da ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale riflette la straordinaria pressione, il senso di urgenza, che abbiamo vissuto nel corso di questo anno difficilissimo per la pace e la stabilità della nostra regione. L’intensità e la frequenza dei contatti, degli incontri, delle visite, raccontano la fatica della gestione di conflitti complessi, ma anche la costante ricerca di vie d’uscita, soluzioni – anche parziali – passi in avanti lungo sentieri mai semplici, ma sempre possibili.

Ho cercato, in questi mesi, di percorrere sempre la via del dialogo, del confronto, anche con gli interlocutori più difficili. Soprattutto, con loro. Ho cercato di lavorare sempre per il bene dell’Italia e degli italiani, ben consapevole del fatto che una parte rilevante del nostro interesse nazionale sta nella ricerca di posizioni univoche e unitarie in sede europea e transatlantica. Ho cercato di mettere a frutto quello che anni, decenni di politica estera ci hanno consegnato in dote: la straordinaria capacità, tutta italiana, di parlare con tutti (anche con coloro che non sempre hanno volontà o interesse a parlarsi tra loro), con umiltà e con rispetto, cercando di capire le complessità senza semplificazioni, senza presunzioni. Ho cercato di rinsaldare antichi rapporti di fiducia e di amicizia, a volte dati per scontati, in parti del mondo che vedono nell’Italia un partner forte e naturale, quando il nostro Paese si ricorda di esserlo.

E ancora. Ho cercato di valorizzare nel modo migliore le grandi energie che il nostro Paese può esprimere nella ‘comunità’ ‘della politica estera: dalle ong ai think tank, dagli enti locali alla diplomazia parlamentare. Fino alla Farnesina, un’amministrazione di grandissima qualità, di lunga tradizione, forte di persone motivate e capaci, una ‘comunità’ di cui l’Italia ha e avrà sempre più bisogno. Quanto di buono e di utile sono riuscita a fare, in questi brevissimi e intensi otto mesi, lo devo a questa ‘comunità’ e ringrazio tutte le persone con cui ho avuto il privilegio di lavorare da ministro degli Esteri.

Resta un’aspettativa che sta a cuore a me e a tutto il Paese: vedere tornare in Italia, definitivamente e insieme, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Abbiamo lavorato ogni giorno, nella riservatezza che la situazione ha imposto e impone, e che abbiamo rispettato anche nei momenti più difficili del dibattito politico su questa vicenda. E ancora non saranno risparmiati sforzi. Ai due fucilieri e alle loro straordinarie famiglie il mio più affettuoso pensiero.

Federica Mogherini

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