Inerzie e mancata riscossione dei canoni | Danni per 14 milioni all’Autorità portuale /VD

di Redazione

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Inerzie e mancata riscossione dei canoni | Danni per 14 milioni all’Autorità portuale /VD

| mercoledì 12 Novembre 2014 - 11:39

La Guardia di Finanza di Napoli, al termine di indagini delegate dalla Procura regionale della Corte dei Conti, ha accertato un presunto danno erariale di oltre 14 milioni di euro arrecato all’Autorità portuale di Napoli.

Il danno sarebbe determinato “dalla mancata riscossione di canoni demaniali, diritti di approdo, diritti di security e delle indennità dovute per molteplici occupazioni abusive di demanio pubblico”. “Della responsabilità del danno erariale – spiegano le Fiamme Gialle –  sono chiamati a rispondere alcuni dirigenti apicali dell’Autorità portuale di Napoli, che non avrebbero posto in essere i rimedi organizzativi necessari a correggere deficienze e omissioni nel sistema di riscossione delle spettanze”.

Inerzia, si legge in una nota della Guardia di Finanza, “resa ancor più grave dal fatto che la dirigenza dell’ente, come provato dalle indagini, ne era pienamente consapevole”.

La Procura regionale della Corte dei Conti della Campania ha emesso atti di invito a dedurre nei confronti di ex presidenti, segretari e dirigenti dell’ente, richiedendo inoltre la misura cautelare e patrimoniale del sequestro conservativo di disponibilità finanziarie, beni e crediti in favore dell’Autorità portuale di Napoli.

La Sezione giurisdizionale per la Campania della Corte dei Conti, condividendo la tesi accusatoria, ha autorizzato il sequestro conservativo nei confronti di 6 soggetti per un importo fissato in oltre 7 milioni di euro. L’intervento della Procura contabile e della Guardia di Finanza ha, nel contempo, prodotto anche importanti effetti conformativi da parte degli attuali dirigenti, responsabili degli uffici addetti alla gestione delle concessioni demaniali marittime, che in pochi mesi hanno avviato procedimenti finalizzati allo sgombero delle aree demaniali marittime occupate senza titolo da 13 soggetti, richiedendo inoltre gli indennizzi dovuti per un importo pari a oltre 1,3 milioni di euro.

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