Ebola, 5.420 decessi e 15.145 contagiati | Liberia, Guinea e Sierra Leone i Paesi più colpiti

di Redazione

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Ebola, 5.420 decessi e 15.145 contagiati | Liberia, Guinea e Sierra Leone i Paesi più colpiti

| giovedì 20 Novembre 2014 - 10:28

L’epidemia di febbre emorragica Ebola ha provocato finora 5.420 morti (tra sei paesi africani, Stati Uniti e Spagna) su un totale di 15.145 persone infettate. Lo rende noto l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nel suo rapporto precedente nel 14 novembre scorso, l’Oms aveva riportato 5.177 morti su 14.413 casi. Il nuovo bilancio è aggiornato al 16 novembre.

I Paesi particolarmente colpiti sono la Liberia (2.964 morti su 7.069 casi), la Guinea (1.192 decessi su 1.971 casi) e Sierra Leone (1.250 morti su 6.073 casi). In quest’ultimo Paese, sottolinea il rapporto, sono stati registrati 533 casi in una settimana.

L’ultimo Paese ad essere colpito dall’epidemia è il Mali, con cinque decessi su sei casi. I bilanci in Nigeria e Senegal sono invariati da una cinquantina di giorni, rispettivamente con 20 casi – di cui otto mortali – e un caso. Fuori dall’Africa, si registrano quattro casi negli Usa con un decesso e un caso in Spagna, dove sono morti due missionari che erano stati infettati in Africa ed erano stati rimpatriati a Madrid, dove sono deceduti.

Termina invece oggi il periodo di “quarantena domiciliare” per il medico di Quart rientrato a casa il 30 ottobre dalla Sierra Leone, dove per un mese aveva curato i malati di Ebola in un ospedale di Emergency. “Sta bene e riprenderà quanto prima a lavorare”, fa sapere l’Usl. Questa misura “mi sembra una follia”, dice il medico. “Sono stato rispettoso – aggiunge – degli ordini che mi sono stati dati, sono sempre stato chiuso. Ho studiato latino e greco, ho fatto quello che facevo da ragazzo”. L’effetto dell’ordinanza emessa dal Comune di Quart – della durata di 21 giorni – scadrà “alle 24 di oggi”, precisa il medico. Dall’inizio della quarantena domiciliare, prevista secondo il protocollo ministeriale, ha vissuto in un appartamento mentre i suoi familiari sono rimasti in un altro, sotto il tetto della stessa villetta. Le modalità del suo rientro avevano suscitato polemiche: il medico era giunto in Valle d’Aosta in treno durante la notte tra il 30 e il 31 ottobre, dopo essere atterrato all’aeroporto di Malpensa su un volo di linea.

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