Prescrivono latte in polvere per aiutare le ditte | Arrestate 18 persone, tra loro 12 pediatri /NOMI

di Redazione

» Cronaca » Prescrivono latte in polvere per aiutare le ditte | Arrestate 18 persone, tra loro 12 pediatri /NOMI

Prescrivono latte in polvere per aiutare le ditte | Arrestate 18 persone, tra loro 12 pediatri /NOMI

| venerdì 21 Novembre 2014 - 07:48

Avrebbero indotto le neo mamme a usare il latte in polvere, al posto di quello naturale, non per ragioni cliniche ma per interessi economici. Con questa accusa 12 pediatri, tra cui due primari, 5 informatori scientifici e un dirigente d’azienda si sono visti notificare un provvedimento di arresto, ai domiciliari.

L’operazione è stata condotta dai Nas di Livorno e dall’Arma territoriale. Eseguite anche ventisei perquisizioni in Toscana, Lombardia, Marche e Liguria. I pediatri agli arresti domiciliari hanno ambulatori a Cascina, Pontedera, Ponsacco, Pisa, Livorno, La Spezia, Empoli, Lido di Camaiore, Piombino, Capannoli, Peccioli e Volterra.

Nel corso delle indagini è emerso un giro di mazzette per centinaia di migliaia di euro utilizzati per pagare i “regali” ai medici (smartphone, computer, condizionatori, televisori) e viaggi in rinomate mete turistiche (Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul e Crociere nel Mediterraneo e nord Europa).

Secondo le accuse i “regali” servivano perchè i medici inducessero le mamme ad usare latte in polvere anzichè quello materno.

In manette sono finiti: Michele Masini, dirigente d’azienda, di 50 anni, residente a Limbiate (Monza) e gli informatori scientifici Dario Boldrini, 33 anni, e Valter Gandini, 70 anni, entrambi di Pisa, Vincenzo Ruotolo, 64 anni, di Grottammare (Ascoli Piceno), Gianni Panessa , 59 anni, di Livorno e Giuliano Biagi, 35 anni, di Massa.

I medici arrestati sono invece i primari: Stefano Parmigiani, 57 anni, residente a Parma, dirigente dell’ospedale del Levante ligure (La Spezia) e Roberto Bernardini, 57 anni, residente a Calcinaia (Pisa), dirigente dell’ospedale San Giuseppe di Empoli (Firenze), e i pediatri di base Maurizio Petri, 64 anni, di Cascina (Pisa), Fabio Moretti, 61 anni, di Chianni (Pisa) con ambulatorio a Pontedera (Pisa), Marco Granchi, 61 anni, di Pontedera (Pisa) con ambulatorio a Ponsacco (Pisa), Claudio Ghionzoli, 63 anni, di Pisa con ambulatorio a Cascina (Pisa), Renato Domenico Cicchiello, 66 anni, di Livorno, Gian Piero Cassano, di Lido di Camaiore (Lucca) con ambulatorio a Viareggio (Lucca), Marco Marsili, 59 anni, di Piombino (Livorno), Roberto Rossi, 62 anni, di Palaia (Pisa) con ambulatorio a Capannoli (Pisa), Eros Panizzi, 61 anni, di Peccioli (Pisa) e Luca Burchi, 59 anni, di Volterra (Pisa).

“Mi chiedo – quanto afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – come possano medici pediatri andare contro l’etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del ministero della Salute per convincere le mamme ad usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati. Non bastano gli aggettivi per descrivere la gravità di questo genere di azioni – aggiunge il ministro – e ringrazio i Nas di Livorno che, in collaborazione con la Procura di Pisa, hanno eseguito 18 arresti tra cui due primari e 10 pediatri, dopo una lunga indagine che ha avuto il suo epicentro in Toscana”.

“Sarà la magistratura a occuparsi della vicenda giudiziaria che vede coinvolti pediatri toscani. Noi diamo la nostra piena collaborazione e seguiamo con grande attenzione lo sviluppo delle indagini. Per quanto ci riguarda, avvieremo indagini interne per verificare i comportamenti organizzativi”, dice l’assessore della Regione Toscana per il Diritto alla salute Luigi Marroni. “Siamo molto dispiaciuti – aggiunge Marroni -, perché vicende come questa, se confermate, rischiano di vanificare il grande lavoro fatto negli anni dalla Regione Toscana per promuovere l’allattamento al seno. La Toscana ha posto l’allattamento materno tra le proprie strategie prioritarie e vuole continuare a sostenerlo. Rinnovo dunque l’invito a tutte le mamme ad allattare al seno i propri bambini”.

La notizia dell’operazione dei Nas di Lvorno ha destato ”grave preoccupazione e sconcerto” nella Federazione Italiana Medici Pediatri. “Da sempre – afferma il Presidente della FIMP Giampietro Chiamenti – siamo impegnati a promuovere e sostenere l’allattamento al seno come prima pratica da seguire per la nutrizione del bambino fin dai primi giorni di vita. Il latte materno è l’alimento ideale per il lattante perché perfettamente bilanciato e in grado di fornire tutti gli elementi nutritivi nelle giuste proporzioni. Inoltre l’allattamento al seno è un fattore favorente lo sviluppo delle interazioni positive tra mamma e bambino, che oggi sappiamo essere alla base dello sviluppo relazionale ed emotivo”.

“All’atto delle dimissione dal punto nascita – si legge in una nota – la percentuale di bambini che assume latte materno è altissima, circa il 70% assume ancora il latte materno a tre mesi, molto spesso insieme a liquidi (tisane o succhi di frutta)”. “Non possiamo che prendere le distanze da comportamenti di singoli medici che – conclude Chiamenti – tendono a disincentivare la pratica dell’allattamento al seno perché ciò significa rinunciare a un nutriente importantissimo per lo sviluppo psico-fisico del bambino”.

Solo un paese del mondo su cinque rispetta il codice dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sui sostituti del latte materno, che prevede ad esempio il divieto di promuoverli con spot e regali alle neomamme. Lo afferma un rapporto del 2013 reso noto dall’agenzia Onu per la salute. Il codice, varato nel 1981, chiede anche ai produttori di indicare chiaramente sulle etichette la superiorità dell’allattamento al seno, vieta qualsiasi donazione al personale sanitario per promuovere l’uso del latte artificiale e chiede ai governi di vigilare sulla applicazione delle norme. L’Italia si colloca in una posizione abbastanza buona, con solo l’ultimo punto del codice che risulta non applicato. Uno degli obiettivi dell’Oms è portare entro il 2025 al 50% la percentuale di mamme che allattano al seno nei primi sei mesi di vita del bambino, ora ferma al 38%; una mossa che, rilevano gli esperti, potrebbe salvare 220mila bambini l’anno. L’allattamento al seno infatti, sottolinea l’Oms, fa bene al bambino, con effetti sullo sviluppo cognitivo misurati anche a sette anni di età e con una protezione data dal sistema immunitario della mamma che e’ impossibile da riprodurre artificialmente, ma anche alla donna, proteggendola da alcuni tumori.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820