Nuova stagione di Boss in incognito, ma sui social non piace: “Troppo finto”

di Azzurra Sichera

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Nuova stagione di Boss in incognito, ma sui social non piace: “Troppo finto”

| martedì 23 Dicembre 2014 - 09:31

Boss in incognito è un programma targato Rai 2 che riprende un format americano perfettamente studiato: il boss di una grande azienda si traveste per andare a lavorare con i propri dipendenti, alla ricerca di sprechi, demeriti o professionisti indefessi, per poi premiare tutti indistintamente.

Ma non si sa perché né come mai, quando qualcosa nella televisione italiana funziona, finisce per essere stravolta nella sua genuinità per diventare una maschera di se stessa. Mentre al contrario il format americano rimane, edizione dopo edizione, sempre credibile.

Costantino della Gherardesca lunedì 22 dicembre ha inaugurato la seconda stagione del programma: dieci nuove puntate, dieci nuovi boss che hanno deciso di mettersi in gioco. Il protagonista della prima puntata è stato Fabrizio Piantoni, a capo di un’importante catena nel settore alberghiero italiano.

Ma sui social network, specie su Twitter, i commenti con l’hashtag #BossInIncognito non si sono fatti attendere: se da un lato c’è chi non riesce a trattenere lacrime di commozione, dall’altra in tanti accusano il programma di aver subito una pesante caduta di stile.

In effetti la prima cosa che si è notato, a differenza della prima edizione, è stato l’auricolare del boss. A che gli serviva? A chi dava ascolto il mega presidente mentre si fingeva cameriere?

Subito dopo viene la finzione di alcuni dialoghi: risulta difficile credere che chiunque riesca a confessarsi nel giro di due minuti con un perfetto estraneo con tanto di telecamere puntate dritto in faccia. Non che le storie raccontate siano finte ma qualcuno particolarmente attento ha notato che ad esempio un giovane ragazzo impiegato come animatore abbia fatto confusione su quale dei due genitori sia morto per primo…

Ancora più ingessate invece le riunioni in azienda con gli altri membri del consiglio di amministrazione: i dialoghi sembravano recitati a macchinetta.

Alla fine però il boss premia tutti i suoi tutor. Tutti del resto gli hanno raccontato storie terribili di sofferenza, tutti sono lontani dai propri cari, tutti sono meritevoli di una ricompensa. Anche se non hanno spento l’aria condizionata dopo aver rifatto la stanza, hanno pulito il bagno senza i guanti, hanno toccato il cibo con la mani prima di servirlo al ristorante, hanno cucinato senza cappello in testa.

Ma la vera domanda è: se il boss era all’oscuro delle situazioni personali e private di queste persone come sono state scelte? Chi ha fatto qualche domanda in via preventiva per sapere chi aveva alle spalle il racconto più triste da raccontare? Ma soprattutto alla fine chi sceglie chi sia davvero meritevole di un premio, come un aumento di stipendio? E tutti gli altri invece?

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