Tre boss della ‘ndrangheta in manette /VIDEO | Sequestrati beni per un valore di 100 milioni

di Redazione

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Tre boss della ‘ndrangheta in manette /VIDEO | Sequestrati beni per un valore di 100 milioni

| venerdì 09 Gennaio 2015 - 09:37

All’alba di oggi è stata eseguita l’operazione della polizia “Fiore calabro”. È stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Placido Antonio Scriva, Domenico Morabito e Domenico Antonio Mollica, ritenuti elementi di vertice della ndrangheta calabrese appartenenti alle ‘ndrine Palamara-Scriva-Molllica-Morabito operanti nel settore jonico della provincia di Reggio Calabria con ramificati interessi criminali ed imprenditoriali in questa Capitale ed, in particolare, nella zona nord della provincia di Roma.

Gli indagati tutti pluri-pregiudicati per associazione a delinquere di stampo mafioso, porto d’armi, omicidio, stupefacenti, sequestro di persona ed altro – sono ritenuti ora responsabili del reato di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso ovvero dall’aver commesso il reato per favorire l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta operante in Calabria e a Roma per il controllo delle attività illecite sul territorio.

L’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con quelle di Reggio Calabria, Milano, Mantova e Viterbo è stata indirizzata verso personaggi appartenenti ad alcune note famiglie della ‘ndrangheta che, da diverso tempo, si sono trasferiti in questo territorio a seguito della cruenta “Faida di Motticella” che negli anni ‘80/’90 vide contrapporsi nei paesi aspromontani di Africo, Bruzzano Zeffirio e la sua frazione “Motticella” le ‘ndrine le due opposte fazioni africesi dei PALAMARA-SCRIVA-MOLLICA-MORABITO (cui appartengono gli indagati), da una parte, e quella dei MORABITO-PALAMARA-SPERANZA, dall’altra, mietendo oltre cinquanta vittime.

L’attrito tra le ‘ndrine scaturisce in occasione del sequestro della farmacista Concetta Infantino (avvenuto il 25.01.1983) per il quale si ritennero responsabili i Mollica, seguito circa due anni dopo dall’assassinio di Pietro Scriva, allora considerato il boss del clan Scriva-Mollica, operato per mano di Mollica Saverio, che rappresentò l’incipit della spaventosa spirale di sangue e omicidi.

Da alcuni anni gli arrestati, già colpiti da precedenti provvedimenti di sequestro di beni, avevano lasciato la loro terra di origine trasferendosi nei comuni di Rignano Flaminio e Morlupo ove, avvalendosi di una serie di prestanome, sono riusciti a penetrare nel tessuto economico della zona nord della provincia di Roma, acquistando aziende commerciali, attività di “compro oro”, società che gestiscono la distribuzione di fiori, imprese di allevamento e vendita di carni, attività di ristorazione ed altro.

Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare in carcere è stato, infatti, eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni nei confronti di aziende commerciali, attività imprenditoriali, conti correnti nonché numerosi beni immobiliari – abitazioni civili e terreni agricoli situati in Rignano Flaminio e Morlupo (RM), ritenuti nella disponibilità degli esponenti della ‘ndrangheta e dei loro affiliati per un valore di almeno 100 milioni di euro.

I sequestri hanno riguardato in particolare:

–   “LA BOUTIQUE DEL GIOIELLO di Santa SCRIVA”, nella titolarità di SCRIVA Placido Antonio e SCRIVA Santa, operante nel settore della compravendita di oggetti preziosi, situato nel quartiere residenziale di Prati-Trionfale;

–  “BIOS OTTICA FOTO SRL” a Morlupo nella titolarità di CINTI Massimiliano e RONCACCI Tiziana ma riconducibile agli interessi di MORABITO Domenico cl. 67;

–  L’azienda SCRI.ITALBEST s.r.l. di SCRIVA Natale, sita a Campagnano (RM), attiva nel settore della compravendita di allevamento di bestiame, situata in una collina di diverse decine di ettari ai confini con il territorio di Morlupo, nella disponibilità del clan SCRIVA;

–  Il 50% della società ABIS s.r.l. a Morlupo, operante nel settore del commercio di prodotti da forno, alimentari ed affini, intestate a WACHOWICZ Renata Marta, prestanome di origine polacca dell’odierno arrestato MORABITO Domenico.

Inoltre sono stati sottoposti a sequestro oltre dieci immobili ad uso abitativo e commerciale situati tra i comuni di Rignano Flaminio e Morlupo riconducibili a MORABITO Domenico e Mollica Domenico Antonio nonché conti correnti e autovetture in uso ai vertici del clan di ‘ndrangheta.

Sono stati, inoltre, eseguiti numerosi decreti di perquisizione locale, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti di ulteriori indagati ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta nonché nei confronti di alcuni soggetti, residenti in questa provincia ed in altre regioni d’Italia, risultati coinvolti, quali vittime, in un vasto giro di usura.

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