Strage di Parigi, è caccia ai sei complici | La Francia rimane ancora blindata

di Antonella Rizzuto

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Strage di Parigi, è caccia ai sei complici | La Francia rimane ancora blindata

| martedì 13 Gennaio 2015 - 10:17

La caccia ai complici di Amedy Coulibaly non si arresta. Sono almeno sei le persone ricercate. Lo ha annunciato il premier francese Manule Valls convinto del fatto che l’autore della strage di quattro ostaggi ebrei nel negozio kosher di Parigi e della poliziotta durante la sparatoria del giorno prima è stato aiutato da altre persone. Sarebbero sei i ricercati dalla polizia e dai militari francesi. Inizialmente i sospetti erano ricaduti su Hayat Boumeddiene, che però si è poi accertato aver lasciato la Francia una settimana prima, il 2 gennaio mentre dall’8 si troverebbe in Siria. Secondo indiscrezioni che filtrano da fonti investigative il complice ricercato si sposterebbe con una automobile Mini Cooper intestata alla moglie  di Coulibaly.

La Francia rimane comunque ancora blindata dopo la grande manifestazione di solidarietà che ha portato in piazza più di due milioni di persone e  per l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo. Parlando ai microfoni di Rmc e a BfmTv il primo ministro ha ribadito tutto il suo “orgoglio di essere francese” provato ieri durante la marcia contro il terrore. Ma, ha aggiunto, “bisogna rimanere in guardia, perché sappiamo che le minacce sono sempre presenti”. Valls ha detto di voler migliorare il sistema di intercettazioni telefoniche, che deve essere più efficace. Il piano antiterrorismo Vigipirate resta attivato al suo massimo grado di allerta.

Intanto la paura per gli attacchi non si placa, così come non cala l’allerta, anche perché  nuove minacce arrivano da al-Qaeda: “Finché i soldati (francesi) occupano paesi come Mali o Centrafrica e bombardano la nostra gente in Siria e in Iraq, e finché la sua stupida stampa continuerà a offendere il Profeta, la Francia s’esporrà al peggio”. È questa la minaccia di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) pubblicata oggi da siti jihadisti e ripresa da alcuni media online francesi.

È stata rafforzata la vigilanza intorno alle scuole ebraiche del Paese, con il dispiegamento di cinquemila agenti. Tra le ipotesi è infatti emerso che l’obiettivo di Coulibaly, quando l’8 gennaio ha aperto il fuoco contro una vigilessa a Montrouge, avrebbe potuto essere un asilo ebraico nelle vicinanze. Lo avrebbe detto lui stesso a uno degli ostaggi del negozio kosher nelle lunghe ore di assedio.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che stamani si è recato in visita all’ipermercato kosher, si sarebbe auto-invitato alla manifestazione di Parigi contro il terrorismo, mentre la presidenza francese gli aveva chiesto di non partecipare. Lo riporta la stampa dello Stato ebraico. L’Eliseo, irritato dall’insistenza, avrebbe reagito invitando il presidente palestinese Abu Mazen. Secondo Haaretz, la mossa di Netanyahu ha fatto infuriare Francois Hollande che ha dimostrato la sua irritazione quando ieri sera alla cerimonia alla sinagoga di Parigi, il presidente si è platealmente alzato e se ne è andato quando Netanyahu ha iniziato a parlare. Non solo. Il Maariv ha sottolineato come mentre Hollande ha “accolto Abu Mazen con un caloroso abbraccio, ha riservato a Netanyahu una gelida stretta di mano”.

 

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