Il ministro della Giustizia Orlando alla Camera: | “La corruzione ha raggiunto livelli intollerabili”

di Redazione

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Il ministro della Giustizia Orlando alla Camera: | “La corruzione ha raggiunto livelli intollerabili”

| lunedì 19 Gennaio 2015 - 12:43

“Le inchieste dimostrano che la corruzione ha raggiunto dimensioni intollerabili anche per il frequente suo intreccio con le organizzazione di tipo mafioso. Questo ha effetti devastanti sul piano economico e per i cittadini”: lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso dell’audizione annuale alla Camera.

Il titolare della giustizia ha parlato anche di terrorismo, spiegando che la “crescente minaccia pone obbligo di un rafforzamento degli strumenti di prevenzione e repressione” ed è “ineludibile introdurre nuove misure”.

“L’emergenza carceraria è stata superata senza ricorrere a misure straordinarie” come amnistia e indulto ha continuato il guardasigilli Orlando, riferendo che al “31 dicembre 2014 i detenuti erano 53.623, dato che è stabilizzato da qualche mese” e annunciando “a breve” la nomina di un garante nazionale dei detenuti. Il ministro ha fatto appello a tutte le forze politiche “perché la giustizia non torni a rappresentare terreno di misera polemica, ma di collaborazione”.

Il numero complessivo dei detenuti in custodia cautelare è passato dai 24.409 del dicembre 2013 ai 18.475 del 31 dicembre 2014: soltanto nel 2010 i detenuti in attesa di giudizio di primo grado erano 30.184. Lo ha spiegato il Guardasigilli Andrea Orlando, secondo cui “particolare rilevanza riveste la sensibile diminuzione dei detenuti in attesa di giudizio di primo grado, passati da 11.108 a dicembre 2013 a 9.549 al 31 dicembre 2014: la percentuale dei detenuti in attesa di primo grado si e’ ridotta al 18% del totale dei detenuti, mentre la percentuale della somma dei detenuti in attesa di primo grado e non definitivi è scesa al 33%. Quando l’Italia è stata condannata dalla Cedu era al 40%”.

Significativa, ha osservato il ministro alla Camera, “è anche la diminuzione del numero dei detenuti stranieri, anche grazie al forte impulso derivante dagli accordi internazionali per agevolare l’esecuzione della pena nel Paese di provenienza”.

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