Comincia da oggi, dopo giorni di toto-nomi e schermaglie, il dibattito per la corsa al Colle. “Farò il nome del candidato il 29 mattina”, ha detto il premier Matteo Renzi, ma il suo nome non verrà sottoposto alla prova dello scrutinio già giovedì pomeriggio, quando sarà necessaria una super-maggioranza per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Un solo nome quindi e non una terna di possibili candidati ha annunciato ancora all’assemblea dei deputati riunita oggi.

I numeri nel Partito democratico “ci sono, ma non ci penso proprio a riuscire a farcela alla prima votazione, mi basta e mi avanza la quarta”, ha spiegato il premier. Poi la conferma con l’annuncio che nei primi tre scrutini, il Partito democratico voterà scheda bianca.

Se il premier trova a sorpresa una sponda in Stefano Fassina, che apre al dialogo con Forza Italia per preservare l’unità del Pd, Pippo Civati insiste invece sul nome di Romano Prodi e attacca sull’accordo con il Centrodestra: “Non vorrei – ha detto –  che il nome non fosse deciso da un veto di Berlusconi”

Viste le mosse di Civati e del fronte Anti-Nazareno che include la parte estrema della minoranza Pd, di Sinistra e libertà, dei Cinque Stelle e dei fittiani, il partito di Renzi potrebbe decidere di presentare un candidato simbolo.