La rete dei Cutro arriva “a vertici ecclesiastici e giudiziari”, indagato anche l’autista del questore

di Redazione

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La rete dei Cutro arriva “a vertici ecclesiastici e giudiziari”, indagato anche l’autista del questore

| mercoledì 28 Gennaio 2015 - 16:34

Altri nomi scottanti nel calderone degli indagati per l’operazione “Aemilia”.  Secondo il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, “la cosca Cutro dimostra di avere entrature nei vertici giudiziari ed ecclesiastici tramite alcuni professionisti” a Roma.

Nel provvedimento di fermo si fa riferimento ad un monsignore contattato per fare ottenere al genero del boss Nicolino Grande Aracri, Giovanni Abramo (detenuto per omicidio) il trasferimento in un carcere calabrese. Trasferimento poi non avvenuto. Il religioso, ha aggiunto Lombardo, non è indagato.

A fare da tramite tra la famiglia Grande Aracri ed il monsignore Maurizio Costantini della Diocesi di Roma, secondo quanto riportato nel decreto di fermo di oltre mille pagine firmato dal procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri e dai pm della Dda Vincenzo Capomolla e Domenico Guarascio, sarebbe stata una “giornalista residente a Roma attualmente non indagata”.

La donna sarebbe ben conosciuta negli ambienti del Vaticano e “asseritamente molto vicina a personalità di rilievo del Vaticano e della politica italiana”. La giornalista si sarebbe preoccupata in più occasioni delle sorti giudiziarie di Nicolino Grande Aracri e del genero Giovanni Abramo presentando loro come luminare in giurisprudenza tale Benedetto Giovanni Stranieri, avvocato che figura tra le persone sottoposte a fermo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Il provvedimento è stato eseguito da personale della Dia che, evidentemente, già lo stava controllando: “La piena consapevolezza da parte della donna di agire in favore di un sodalizio criminale di tipo mafioso emerge chiaramente dai contenuti di molte conversazioni di cui la stessa è protagonista e che saranno sviluppate in altra sede non risultando destinataria del presente provvedimento”.

Tra gli indagati nell’inchiesta “Aemilia” della Dda di Bologna c’è anche Domenico Mesiano, già autista del Questore di Reggio Emilia. Mesiano risponde di associazione mafiosa e minacce. È lui che avrebbe fatto pressioni su una giornalista per non pubblicare notizie sulla famiglia di Antonio Muto, il cui nome emerge nell’inchiesta.

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Sulla vicenda riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa dell’avv. Salvatore Vito Villani

“Quale difensore dell’Avv. Stranieri Benedetto Giovanni, sono indotto a notare l’amplificazione mediatica data alla notizia inerente la notifica del provvedimento di fermo per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’Avv. Stranieri Benedetto Giovanni, del Foro di Roma e, in relazione alle recenti notizie divulgate sui quotidiani web, sulla carta stampata e via etere, mi scuote la coscienza il notare una sorta di cannibalismo dei mezzi di informazione che non trovano occasione per fare da cassa di risonanza ed esaltare in senso negativo anche i toni, per alcuni aspetti dimessi, degli organi inquirenti che, con rara onestà intellettuale cui va dato plauso, hanno riferito in ordine all’episodio clou della vicenda che « La Cassazione ha annullato l’ordinanza ma non ci sono elementi per dire chi fosse il Magistrato interessato, né per dire che questo sia avvenuto (l’aggiustamento) ». Gli inquirenti in buona sostanza ammettono che il contenuto delle intercettazioni merita approfondimento istruttorio essendo necessaria la ricerca di riscontri oggettivi per poter affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, il fatto contestato. Siamo inoltre colpiti dalla malafede con cui il legale viene etichettato e stigmatizzato come “fedelissimo” di Nicolino Grande Aracri e, tanto nella consapevolezza che la fedeltà dovrebbe caratterizzare lo svolgimento di qualsiasi attività difensionale, consci del fatto che il ruolo del difensore penale non può prescindere dalla dedizione al proprio assistito con fedeltà, passione e partecipazione umana alle sofferenze dell’uomo, specie quando egli è in vinculis. L’avvocato Stranieri non è mai stato coeso con alcun personaggio del malaffare, egli ha solo intriso di dedizione ogni mandato professionale ricevuto, non facendo distinzione alcuna tra vincitori e vinti, tra colpevoli ed innocenti, perché egli ha sempre tenuto presente che innanzi alla sua persona v’era un altro uomo. Il suo lavoro è stato svolto in modo professionale con dedizione e passione cercando soltanto di espletare le mansioni inerenti la sua professione nel migliore dei modi possibile. Prego pertanto gli organi di informazione che hanno ripetutamente diffuso la notizia con toni a mio avviso troppo trionfalistici rispetto alla vicenda, di dare lo spazio necessario a questa mia precisazione, consci del fatto che, sia la liberta di stampa che il principio di non colpevolezza, siano valori da tutelare.

Confidiamo nel fatto che, dopo il clamore iniziale della vicenda, altre e diverse colorazioni emanerà il caso, consci del fatto che la Magistratura saprà valutare l’innocenza e l’estraneità ai fatti contestati all’avv. Stranieri”.

Avv. Salvatore Vito Villani

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