Jobs act, ok dal governo ai primi decreti | Renzi: “Più tutela per chi perde il lavoro”

di Redazione

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Jobs act, ok dal governo ai primi decreti | Renzi: “Più tutela per chi perde il lavoro”

| venerdì 20 Febbraio 2015 - 17:30

Si è conclusa dopo quattro ore e mezza la riunione del consiglio dei ministri con all’ordine del giorno i primi decreti attuativi del jobs act. “Un giorno atteso da intere generazioni” ha detto il premier Matteo Renzi, al termine della riunione del governo. “Noi rottamiamo e superiamo un certo modello di diritto del lavoro, superiamo l’articolo 18, i cococo e i cocopro, formule che restituiamo ai pollai. Per la prima volta – ha aggiunto il presidente del Consiglio – c’è una generazione che vede un governo fare la guerra al precariato e non ai precari”.

Ci saranno più tutele per chi ha perso il lavoro che però vogliamo stimolare a rilanciarsi e gli imprenditori saranno più liberi di assumere. “Agli imprenditori abbiamo tolto ogni alibi, a chi dice che assumere non è conveniente. E’ la volta buona, ora o mai più. Ci saranno più flessibilità in entrata e più tutele in uscita. A nostro giudizio nei prossimi mesi circa 200 mila italiani passeranno da forme di collaborazione continuata a contratti a tempo indeterminato. Sull’altro provvedimento, quello sulle liberalizzazioni, che definirei, invece, dell’Italia semplice e della tutela dei consumatori che attaccano rendite di posizione, diamo una sforbiciata perché riduciamo gap tra chi gode di una rendita e chi non ne usufruisce, ma anche perché eliminiamo qualcosa di troppo: le norme sulle assicurazioni, sui telefonini, sulle multe, su cui si elimina la riserva destinata a Poste italiane che esisteva soltanto da noi in pochi altri paesi; andremo meno dal notaio”.

È stato dato il via libera definitivo al nuovo contratto a tutele crescenti, che scatterà dal primo marzo. Per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato si limita la possibilità del reintegro del lavoratore in caso di licenziamento; è previsto invece un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio. Il reintegro sarà possibile solo in caso di licenziamento discriminatorio o per licenziamento disciplinare per il quale venga provata l’insussistenza del fatto materiale contestato. “I licenziamenti collettivi – ha detto Renzi – rimangono nello stesso dettato con il quale sono usciti dal Cdm. Questi dl si occupano poco di licenziamenti collettivi e molto di assunzioni collettive. Io credo che l’Italia stia ripartendo. Questi decreti servono a fare le assunzioni collettive, non i licenziamenti”.

E’ prevista l’eliminazione, dal 2016, delle collaborazioni a progetto con il divieto di nuovi contratti di questo tipo. Cancellato anche il contratto di associazione in partecipazione, utilizzato soprattutto nel settore commerciale. Il decreto prevede la possibilità di demansionare il lavoratore e include nelle regole sui licenziamenti anche i licenziamenti collettivi.

Ok definitivo per i nuovi ammortizzatori sociali. Il primo è la Dis-Coll, cioè l’indennità di disoccupazione per i collaboratori che hanno almeno 3 mesi di versamenti contributi e avrà una durata pari alla metà dei mesi di versamento e potrà arrivare ad un massimo di sei mesi. L’altra novità è la Naspi, che scatta da maggio e che, rispetto alla Aspi durerà più a lungo. Il sussidio sarà pari alla metà dei periodi contributivi degli ultimi 4 anni, in pratica potrà arrivare al massimo a 24 mesi.

“Abbiamo introdotto il contratto di ricollocazione: un voucher con quale ci si rivolge all’agenzia per trovare un nuovo posto di lavoro”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Col ddl concorrenza, il governo punta a realizzare alcune liberalizzazioni che “potrebbero portare ad un aumento del Pil fino a 2,6 punti in 5 anni“, ha detto il ministro dello Sviluppo Federica Guidi, grazie ad un provvedimento che punta a “far calare le tariffe o diminuire i prezzi e aprire pezzi di mercato”. Si limita il ricorso ai contratti dal notaio, ad esempio per le compravendite di piccoli immobili come i box auto. Non servirà più andare dal notaio, ma si potrà andare anche dall’avvocato per “transizioni su immobili non ad uso abitativo sotto i 100mila euro”, ha spiegato il ministro. Tra le “semplificazioni” del ddl concorrenza anche lo stop all’obbligo dell’atto notarile per la costituzione di Srl semplificate.

Arriva un pacchetto di misure per la comparabilità delle offerte sull’Rc Auto con “l’obbligo da parte delle assicurazione – ha detto il ministro dello Sviluppo Federica Guidi – a praticare forti sconti” se il cliente accetta alcune misure, come l‘istallazione della scatola nera o il controllo preventivo dei veicoli. “Abbiamo inserito una norma sulle pensioni per favorire la portabilità per i fondi pensione. Per le comunicazioni abbiamo eliminato le asimmetrie tra l’accensione del contratto e la possibilità di recesso inserendo una maggior congruità in caso di recesso”. Da qui al primo gennaio 2018 sara’ abolito il regime della maggior tutela, sia per il gas sia per la disciplina dei prezzi energetici. “Abbiamo introdotto norme per il miglioramento della trasparenza, per confrontare meglio i servizi bancari ed eliminato alcune asimmetrie tra l’accensione del contratto in banca e la risoluzione da parte dell’utente”, ha aggiunto Guidi.

Novità anche sul capitolo della vendita dei farmaci. Tolto il tetto delle 4 licenze per la titolarità delle farmacie. La vendita dei medicinali di fascia C rimane nelle farmacie. Lo ha anticipato su twitter il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, mentre era ancora in corso il consiglio dei ministri. Non è passata, quindi, la norma che avrebbe consentito la vendita di questo tipo di medicinali anche nelle parafarmacie e nei corner dei supermercati.

Il governo ha inoltre stanziato 127,7 milioni di euro per il Sulcis, un miliardo per lo sviluppo e la coesione, per il Sud, che, ha detto Renzi, “e’ il vero problema che abbiamo”. In arrivo anche 250 milioni per i contratti di sviluppo e 700 milioni per il rischio idrogeologico.

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