Ci sarebbero gruppi armati libici dietro agli sbarchi | Il traffico di immigrati per finanziare le milizie

di Redazione

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Ci sarebbero gruppi armati libici dietro agli sbarchi | Il traffico di immigrati per finanziare le milizie

| mercoledì 25 Marzo 2015 - 16:37

Sarebbero gruppi armati libici a organizzare, per autofinanziarsi, molti sbarchi di migranti sulle coste italiane. È quanto emerge da un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che da tempo indaga sui cosiddetti viaggi della speranza ipotizzando il reato di tratta di esseri umani.

Si inizia quindi a credere che i siano dei contatti tra coloro che organizzano questi viaggi e il terrorismo di matrice islamica che al momento sta terrorizzando il mondo intero.

Un probabile legame su cui la Procura di Palermo sta lavorando da quando circa a metà febbraio, al largo di Lampedusa una motovedetta della Guardia Costiera, impegnata nelle operazioni di soccorso di un gruppo di migranti, fu assaltata da uomini armati. Il personale della Capitaneria di Porto, temendo per l’incolumità degli extracomunitari che stavano per essere presi a bordo della motovedetta italiana, non rispose al fuoco. E i libici, che apparterrebbero allo stesso gruppo intercettato dalla dda, riuscirono a riprendersi il barcone usato per la traversata del Canale di Sicilia.

Da alcune intercettazioni emerge infatti un collegamento tra gli organizzatori della tratta, già identificati e indagati, e gruppi di miliziani libici. “Abbiamo guadagnato un milione di dollari”, dice in una telefonata “ascoltata” dagli investigatori un personaggio che fa parte di un gruppo combattente. Ora i magistrati stanno cercando di ricostruire di quale tra le fazioni che si fronteggiano in Libia si tratti. Non si esclude che dietro gli sbarchi ci siano appartenenti all’Isis.

Secondo quanto riporta l’Agi, stati già individuati alcuni nomi: si tratta di Ghermay Hermias, un etiope residente in Libia, ritenuto il capo ed organizzatore delle tratte; Jhon Mharay, un sudanese localizzato nella capitale di quel Paese, Karthoum; e Abkadt Shamssedhin, latitante di cui non si conosce la posizione.

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