No dell’Iran al trasferimento dell’uranio | Rischia lo stop l’accordo sul nucleare

di Redazione

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No dell’Iran al trasferimento dell’uranio | Rischia lo stop l’accordo sul nucleare

| lunedì 30 Marzo 2015 - 09:00

Questa mattina c’è stata la sessione plenaria, la prima da novembre, in cui si sono riuniti i ministri degli Esteri dell’Iran e del 5+1, preceduta da una serie di colloqui bilaterali di primo mattino. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, i ministri degli Esteri di Germania (Frank-Walter Steinmeier), Francia (Laurent Fabius), Gran Bretagna (Philip Hammond), Russia (Serghei Lavrov), Cina (Wang Yi), oltre all’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, tentano di completare il puzzle dell’intesa con il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.

La disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile nucleare potrebbe mettere in dubbio il successo delle trattative proprio alla vigilia della scadenza del termine per un accordo sul nucleare. “L’esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all’estero”, ha dichiarato Abbas Araghchi ai media iraniani, come riporta il New York Times.

Secondo quanto riferisce il quotidiano, funzionari occidentali, confermando l’esitazione dell’Iran sul trasferimento del carburante, insistono che ci sono altri modi di trattare con il materiale. L’opzione principale, riferiscono, è la miscelazione in una forma più diluita. A seconda dei dettagli tecnici questo potrebbe rendere il processo di arricchimento per uso militare molto più lungo, o forse quasi impossibile. Tuttavia, la rivelazione che l’Iran sta insistendo sul mantenimento del carburante potrebbe costituire un potenziale ostacolo in un momento critico delle trattative.

E per i contrari all’accordo al Congresso Usa, in Israele e nei Paesi arabi sunniti come l’Arabia Saudita, la prospettiva di lasciare grandi quantità di combustibile nucleare in Iran, in qualsiasi forma, è destinata a intensificare la loro già forte opposizione politica. Se si dovesse giungere a un accordo che consente a Teheran di mantenere il carburante, l’amministrazione Obama potrebbe sostenere che questo non sarebbe un rischio, particolarmente se potrà essere ispezionato.

Finora, in virtù di un accordo interinale negoziato nel 2013, l’Iran ha rispettato pienamente i rigorosi processi di ispezione per le scorte del suo carburante, riferisce l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Non è chiaro quale forma prenderebbe il carburante se dovesse rimanere in territorio iraniano.

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