Pene più pesanti per il falso in bilancio | Senato, Dl anticorruzione in dirittura d’arrivo

di Redazione

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Pene più pesanti per il falso in bilancio | Senato, Dl anticorruzione in dirittura d’arrivo

| mercoledì 01 Aprile 2015 - 12:26

Il Senato ha approvato l’articolo 8 del disegno di legge che aggrava le pene dei reati di corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio.

Con 124 voti favorevoli, appena 3 in più della soglia della maggioranza, 74 contrari e 43 astenuti Palazzo Madama ha dato il via libera all’articolo 8 del ddl anticorruzione, che prevede pene che vanno da 1 a 5 anni di carcere per chi commette il reato di falso in bilancio per società non quotate.

Approvati anche l’articolo 9, che prevede una pena da sei mesi a tre anni per fatti di lieve entità e una valutazione del danno cagionato ai fini della non punibilità per particolare tenuità, e l’articolo 10, che punisce con la reclusione da tre a otto anni le false comunicazioni delle società quotate, che devono essere esposte consapevolmente e riguardare fatti rilevanti.

Dopo quasi due anni dalla assegnazione del provvedimento alla commissione Giustizia di Palazzo Madama, il voto definitivo sul ddl potrebbe venire già mercoledì primo aprile.

Ha votato contro Forza Italia, che ha definito il provvedimento una “norma manifesto”; Astenuti Sel, anche sugli articoli 9 e 10. Quattordici le assenze in Forza Italia al momento del voto. Tra queste: Maria Rosaria Rossi, Denis Verdini, Niccolò Ghedini, Altero Matteoli. In Ap-Ncd non hanno partecipato alla votazione in 15 tra cui Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Pier Ferdinando Casini. Per il Pd, gli assenti sono stati 17 tra cui Linda Lanzillotta, Nicola Latorre, Francesca Puglisi, Ugo Sposetti, Rosa Maria Di Giorgi.

Durante le votazioni su un emendamento all’articolo 9, il grillino Ciampolillo ha denunciato il senatore Aracri per aver votato per conto del senatore Tarquinio. “Io gli farei un applauso, perché questa è truffa, signor Presidente, ma una truffa grave nei confronti dei cittadini. È una vergogna!”, ha detto il senatore del M5S. L’altro grillino Santangelo ha chiesto al presidente Grasso l’acquisizione dei video della votazione dell’emendamento 10.311, che è passato per soli tre voti, per verificare se fosse stato inserito anche il voto contestato.

Sono stati respinti gli emendamenti 8.316, a prima firma del sen. Caliendo (FI-PdL), volto a inserire, tra i fatti materiali rilevanti, le valutazioni non rispondenti al vero, e 8.327 del sen. Galimberti (FI-PdL), teso a specificare l’area della non punibilità riferendola a valutazioni che differiscono dalla stima corretta in misura non superiore al dieci per cento. Respinti anche gli emendamenti identici, presentati da sen. del PD, LN e M5S, tesi a sopprimere la parola “consapevolmente”. Respinti, infine, all’articolo 9 l’emendamento che prevedeva una pena da sei mesi a tre anni di reclusione per fatti riguardanti società non quotate di piccole dimensioni, nonché le proposte volte a escludere la punibilità se la falsità e le omissioni non determinino un’alterazione sensibile del risultato economico ovvero determinino una variazione non superiore al quattro per cento.

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