Ecco il Def 2015; nel 2015 il Pil a +0,7%| Il rapporto col debito pubblico salirà al 132,5%

di Redazione

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Ecco il Def 2015; nel 2015 il Pil a +0,7%| Il rapporto col debito pubblico salirà al 132,5%

| venerdì 10 Aprile 2015 - 22:02

A attirare l’attenzione delle ultime ore, è stato il cosiddetto tesoretto da 1,5 miliardi di euro, ricavato dalle pieghe dei conti pubblici che il governo intende accantonare per sostenere misure a favore del welfare. A far spuntare il tesoretto è un meccanismo che il governo spiega nel Def con gli effetti della flessibilità delle finanze pubbliche connessa all’utilizzo della clausola europea sulle riforme che consentirà un percorso di miglioramento del saldo strutturale più graduale, pari a 0,2 punti percentuali di PIL nel 2015, 0,1 nel 2016 e 0,3 nel 2017, anno in cui verrebbe raggiunto il pareggio di bilancio strutturale.

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Il Def prevede per il 2015 un incremento del PIL pari allo 0,7 per cento, che si porterebbe all’1,4 e all’1,5 per cento nel 2016 e 2017, rispettivamente. Sono confermati gli obiettivi di indebitamento netto indicati lo scorso autunno per il triennio 2015-2017 – rispettivamente pari a 2,6, 1,8 e 0,8 per cento del PIL.

Viene scongiurata l’attivazione delle clausole di salvaguardia per il 2016, che avrebbero prodotto aumenti del prelievo pari all’1,0 per cento del PIL. Si tratta di un intervento che punta a determinare un abbattimento significativo della pressione fiscale contemplata dal quadro tendenziale. Questo obiettivo viene raggiunto in parte grazie al miglioramento del quadro macroeconomico – che si riflette in un aumento del gettito – e alla flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni dello scorso autunno, con un effetto complessivo valutabile in 0,4 punti percentuali del PIL; in parte per effetto degli interventi di revisione della spesa che verranno definiti nei prossimi mesi, per un importo pari allo 0,6 per cento del PIL.

Nelle previsioni il rapporto tra debito e PIL crescerà nel 2015 (da 132,1 a 132,5 per cento) per poi scendere significativamente nel biennio successivo (a 130,9 e 127,4), anche grazie al contributo delle privatizzazioni che nel 2015 porteranno proventi pari a circa lo 0,4 per cento del PIL; si stima che in seguito – tra il 2016 e il 2018 – il programma di privatizzazioni consentirà di mobilizzare risorse pari a circa l’1,3 per cento del PIL. Questi numeri riflettono valutazioni prudenziali. Il Governo non esclude che per il 2016 sia possibile indicare un tasso di crescita più elevato; ciò offrirebbe margini più ampi per la riduzione della pressione fiscale.

Per sostenere la ripresa che il governo continua a intravedere e l’occupazione il Governo intende perseguire una politica di bilancio di sostegno alla crescita, nel rispetto delle regole comuni adottate nell’Unione europea; proseguire nel percorso di riforma strutturale del Paese per aumentarne significativamente le capacità competitive; riformare le norme sul lavoro e le imprese per favorire gli investimenti.

 

 

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