Estorsioni, blitz dei carabinieri nel Palermitano | Imprenditori si ribellano al pizzo: 4 arresti /VD

di Redazione

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Estorsioni, blitz dei carabinieri nel Palermitano | Imprenditori si ribellano al pizzo: 4 arresti /VD

| lunedì 20 Aprile 2015 - 19:45

Nuova operazione anti estorsione. Tre imprenditori si sono ribellati al pizzo del tre per cento sugli appalti e sono scattati quattro arresti dei carabinieri di Monreale. I quattro, di Camporeale e Montelepre (Palermo), sono indagati per associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e occultamento di cadavere. Gli arrestati sono Giuseppe Tarantino di 63 anni, Antonino Cusumano 55 anni, Raimondo Liotta 48 anni, Vincenzo Carlo Lombardo di 43 anni.

>LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Le indagini nell’ambito dell’operazione “Pizzo”  hanno avuto il contributo del collaboratore di giustizia Giuseppe Micalizzi che raccontò ai pubblici ministeri Francesco Del Bene, Sergio Demontis e Daniele Paci i retroscena dell’omicidio di Giuseppe Billitteri, al quale avrebbe partecipato un quinto uomo, oggi arrestato con l’accusa di avere occultato il cadavere del venditore ambulante ucciso durante le guerra per il potere a Camporeale.

Gli arresti sono scattati dopo  l’operazione Grande mandamento dell’aprile di due anni fa con la quale i carabinieri avevano arrestato 61 tra boss e gregari e scaturite dall’operazione Nuovo mandamento, con cui venivano ricostruiti gli assetti dei mandamenti di San Giuseppe Jato e Partinico. Nel corso dell’operazione sono state ricostruite tre estorsioni ai danni di tre imprenditori, due impegnati a Camporeale in provincia di Palermo in un appalto pubblico (la costruzione di una strada) e in un cantiere privato (la realizzazione di alcune villette a Montelepre). Quindici e diecimila euro le somme pagate dai due titolari delle imprese edili che alla fine, messi alle strette, hanno ammesso di essersi piegati al racket.

Le estorsioni ricostruite nell’inchiesta sono state quelle subite da un imprenditore agrigentino, impegnato tra il marzo 2007 ed il gennaio 2008 nell’esecuzione dei lavori di un appalto per l’importo di quasi 1,6 milioni nel Comune di Camporeale, in contrada Serpe. L’imprenditore fu costretto a sborsare alla famiglia mafiosa di Camporeale il 3% dell’importo e a subire l’infiltrazione nell’appalto in questione da parte dell’impresa S.C. Costruzioni gestita da Antonino Cusumano, finito in carcere per estorsione. La seconda estorsione riguarda un altro imprenditore – sempre agrigentino, che si era aggiudicato tra il luglio 2007 e il gennaio 2008 l’appalto della Provincia regionale di Palermo per 950 mila euro relativo alla strada 39 “Sirignano”, che collega Camporeale ad Alcamo – costretto ad assumere operai e a rifornirsi di calcestruzzo da un impianto locale. Infine, l’ultimo episodio riguarda una ditta di Giardinello che stava realizzando cinque edifici privati in contrada Paterna, a Terrasini.

“Gli imprenditori convocati in caserma per essere ascoltati sulle indagini non solo confermano, ma collaborano dando una mano anche a decifrare alcuni pizzini e chiarire i metodi dell’imposizione del pizzo”, ha detto il pm Francesco Del Bene. “Nel corso dell’operazione è stata identificata una quinta persona che avrebbe preso parte al delitto di Giuseppe Billitteri, ucciso con il metodo della lupara bianca. Uno degli arrestati avrebbe messo a disposizione la pala meccanica con la quale è stato seppellito il corpo”, ha spiegato Pierluigi Solazzo, comandante del Gruppo di Monreale. L’uomo è Raimondo Liotta, disoccupato. Intanto, Addiopizzo sottolinea che “è trascorso quasi un anno da quando l’associazione, in stretto raccordo con l’Arma e la Procura, ha seguito e supportato passo dopo passo il percorso di collaborazione di operatori economici estorti da esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato. Non è stato e non è facile convincere commercianti e imprenditori a denunciare in territori periferici come quelli del Palermitano dove Cosa nostra continua a esercitare un forte controllo del territorio”.

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