Renzi in Tv: “O l’Italicum o cade il Governo” | E su Prodi: “Era amico di Gheddafi”

di Redazione

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Renzi in Tv: “O l’Italicum o cade il Governo” | E su Prodi: “Era amico di Gheddafi”

| venerdì 24 Aprile 2015 - 23:18

Renzi evoca il rischio di elezioni anticipate. Quasi un ultimatum ai dissidenti della sua maggioranza ma anche un avvertimento per le opposizioni. “Martedì il governo deciderà se porre la questione di fiducia per l’approvazione della legge elettorale», ha detto Matteo Renzi a Lilli Gruber, conduttrice del programma Otto e mezzo. “Se l’Italicum non passa, il governo cadrà. Io non sono qui per stare con le terga attaccate alla poltrona. I signori del Parlamento hanno l’occasione di mandarmi a casa. Lo facciano”.

Quasi una sfida anche se il premier sembra fiducioso sull’esito del voto: “Credo che faranno passare la legge”, ha spiegato sottolineando che l’Italicum “sta in un pacchetto di proposte” che sono già state discusse in varie occasioni. “Altrimenti che si fa, facciamo finta di niente? Possono mandarmi a casa, ma non fermarmi”, ha continuato Renzi, sicuro che “il Pd si spaccherà” e che il partito rispetterà “il volere della maggioranza. Democrazia è dove si vota e si decide a maggioranza, se no si chiamerebbe anarchia”

Il presidente del Consiglio ha poi dispensato due “stilettate”, una a Enrico Letta che lo aveva attaccato (“Renzi racconta un Paese che non c’è, è come il metadone…), un’altra a Romano Prodi. Pur non volendo fare polemiche, Renzi ha risposto per le rime ad entrambi. Al primo il capo del governo ha fatto notare che “forse  non ha scelto l’immagine migliore, ma ha un libro in uscita…” e su una presunta maggioranza risicata paventata da Letta, il premier si è detto convinto che la leggeb elettorale passerà e per questo ha promesso da bere.

A Prodi, che aveva detto di preferire l’Ulivo al “partito della nazione” di Renzi, l’ex sindaco di Firenze ha risposto che “più che rifare l’Ulivo io voglio rifare l’Italia”. E poi ha continuato attaccando il professore sulla Libia: “L’Italia non ha presentato la candidatura di Romano Prodi al ruolo di mediatore in Libia perché le Nazioni Unite, così ha spiegato Ban Ki Moon, hanno deciso che era meglio non avere un ex primo ministro di un paese che aveva avuto forti relazioni con Gheddafi”.

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