Squadra Mobile, Marcello si toglie la vita: il doppio gioco di Sabatini si spinge oltre

di Azzurra Sichera

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Squadra Mobile, Marcello si toglie la vita: il doppio gioco di Sabatini si spinge oltre

| lunedì 04 Maggio 2015 - 20:58

Milan Bradic, il nomade preso nel blitz della scorsa puntata, è alla mobile per le foto segnaletiche. Isabella, mentre sta per stilare il verbale, viene interrotta da Giulio il quale si rende conto che non indossa l’anello che gli ha regalato. Lei gli dice che non l’ha messo per paura di perderlo, ma poi il discorso passa ai soldi per la macchina, lui ne vuole altri ma lei sente puzza di bugie. La discussione degenera fino a quando lui non le dà uno schiaffo.

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Mentre cercavano di prendergli le impronte digitali, Bradic aggredisce uno dei poliziotti ma viene subito fermato dagli altri: solo che le impronte non vengono prese. Isabella intanto racconta ad Elena quello che è successo ed Elena da parte sua prova a giustificare il fratello. “Se mi tocca un’altra volta io l’ammazzo di botte” le dice Isabella. “Io conosco bene quelli come lui e quelli come te che li difendono”.

Sabatini si offre di interrogare Bradic: il poliziotto per prima cosa spegne le telecamere della stanza dove ai trova lo zingaro. “Che è sta storia delle impronte?” gli chiede il poliziotto corrotto. “Qualche anno fa ho ucciso due poliziotti” gli dice Bradic. “Se mi incastrano ti trascino con te. Io lo so che mi va a finire male, ma a te peggio perché sei un infame”. Sabatini si offre di rimediare e va “a fare una telefonata”.

Isabella va al corso di difesa personale e racconta alle sue allieve quello che gli è successo: “Io vi insegno a difendervi ma forse non vi ho capito fino in fondo. Oggi invece sì” racconta la poliziotta che non sembra intenzionata a dare una seconda possibilità al fidanzato.

Intanto Ardenzi e Vitale sono impegnati in un caso di lapidazione di una giovane ragazza pakistana.

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Sabatini organizza la fuga di Bradic; al nomade consegna anche una pistola: “Nascondila, ti dirò esattamente quello che devi fare”. Con le impronte digitali c’è qualche problema e per gli esiti ci vorranno ancora diverse ore.

Marcello ha uno sfogo con Ardenzi: “Il lavoro è questo, o ce la fa o non ce la fai” dice alla fine il commissario al giovane poliziotto, schiacciato anche dal continuo confronto con il padre, agente esperto e molto in gamba che viene sempre preso a paragone. Marcello sembra non reggere il ritmo della questura.

Isabella invece è impegnata in una causa di affidamento di minore, nel quale sembra essere pure coinvolto un giudice che si è lasciato “corrompere” dalla madre del bambino.

Squadra Mobile, terza puntata

“Io vorrei solo che mi trattasse normalmente” dice Marcello al padre parlando al telefono e riferendosi ad Ardenzi. “Meglio che qui non ci resto non sono all’altezza” dice il ragazzo che viene spiato da Sabatini. Il padre lo rassicura, dice di smetterla di parlare così perché “è nato per fare questo lavoro”. Il poliziotto corrotto poi fa leva sulle debolezze del giovane: “Stai attento in sala interrogatori, quello è un bastardo…”. 

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Alla mobile nel frattempo arrivano sia il ragazzo della giovane che è stata lapidata che la madre del bambino coinvolto in una sentenza per il suo affido. Il padre del bambino dice a Giacomo che non si considera tutelato dalle forze dell’ordine e che ha dei parenti in Francia. Il poliziotto però sembra non capire, dice che ha “troppo sonno” e lascia andare i due. La madre della ragazza lapidata invece, racconta che è stato il padre ad averle fatto del male.

Bradic continua ad essere impaziente, vuole capire come potrà uscire e Sabatini lo rassicura: “Tieniti pronto, ti dico io cosa fare”. Marcello nel frattempo è andato a ritirare il fascicolo sulle impronte digitali, dove si evince che Bradic haucciso due poliziotti: appena apre la porta della stanza degli interrogatori vede Bradic con la pistola, il giovane si spaventa e spara, uccidendo lo zingaro. Sabatini, che era nella stanza, nasconde subito la pistola che aveva dato a Bradic. 

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Ardenzi è alla ricerca di una spiegazione ma Sabatini lo depista in tutti i modi, dicendogli che Marcello era “fuori di testa” e lo ha “freddato” senza pensarci più di tanto.

“Non puoi non averla vista” grida Marcello a Sabatini che invece continua a dirgli che si è sbagliato. “Sono matto allora?” chiede il ragazzo. “No, sotto stress si vedono cose che non sono, hai visto le manette, il luccichio delle manette, ma non ti preoccupare se restiamo uniti andrà tutto bene” lo rassicura Sabatini ma Marcello non vuole essere nemmeno toccato. Poi il ragazzo decide di lasciare il commissariato e Ardenzi allerta tutti i colleghi.

Squadra Mobile, terza puntata

Il fratello di Bradic chiama Sabatini per avere notizie. Quando il poliziotto gli dice che è partito un colpo ed è morto, lo zingaro gli grida: “Tu sei morto!”.

Intanto Valeria e Riccardo sono sulle tracce di due ragazzi che hanno rapinato in casa una signora anziana: mentre sono appostati in macchina tra i due ci scappa un bacio.

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Il padre di Marcello arriva in questura per parlare con Ardenzi. “Marcello è entrato in polizia perché si sentiva solo, per trovare una famiglia come è successo a me, ma i tempi sono cambiati…” dice l’ex poliziotto. Di Marcello però ancora nessuna traccia; Ardenzi non è del tutto convinto di come siano andate veramente le cose…

Squadra Mobile, terza puntata

La Squadra, mentre è ancora alle prese con le ricerche di Marcello, si occupa anche dell’omicidio di una professoressa/escort che era rimasta incinta. Sabatini continua la strategia psicologica anche con la Zaccardo: “Roberto è troppo coinvolto nella storia di Marcello, lui non era ancora pronto per entrare in questura”. Sabatini le lascia intendere che è meglio se le ricerche vengano affidate a lui. Sabatini, scusa, ma meglio per chi?

Marcello alla fine si decide a chiamare Ardenzi: “Tu mi credi? Voglio sapere se tu mi credi” chiede il ragazzo al commissario. I due si danno un appuntamento per vedersi e Sabatini vede Roberto andare via in macchina di corsa. Ardenzi comunica alla Zaccardo che sta andando da Marcello mentre Sabatini entra nel suo ufficio e le chiede spiegazioni. “Non è normale che ha chiesto di volevo vedere da solo” dice il poliziotto corrotto sempre pronto a insinuare il dubbio. “Sì infatti non mi fido proprio” risponde la Zaccardo.

“La questura non è sicura” dice Marcello ad Ardenzi proprio mentre arriva Sabatini. Marcello disperato ruba la pistola a Roberto e Sabatini si intromette: “Io sto dalla tua parte” gli dice Claudio mentre tiene la mano sulla sua pistola.

“Digli che c’era una pistola! Voi non mi credete, io ti ho detto la verità, solo così capirete che sono innocente” dice poco prima di spararsi in testa. 

Marcello, il più giovane del gruppo, si uccide. Ardenzi è disperato mentre lo prende tra le braccia, mentre per Sabatini sembra quasi la risoluzione migliore per i suoi “problemi”. Marcello era l’unico che poteva smascherarlo ma non gli ha creduto nessuno. E lui non ha retto il peso di una verità che gli è stata negata dai suoi stessi colleghi.

 

 

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