Studente ucciso, si stringe il cerchio sui killer | Vertice degli inquirenti a Nuoro

di Redazione

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Studente ucciso, si stringe il cerchio sui killer | Vertice degli inquirenti a Nuoro

| lunedì 11 Maggio 2015 - 10:49

Si stringe il cerchio intorno ai killer di Gianluca Monni, lo studente 19enne assassinato venerdì mattina a Orune (Nuoro) mentre attendeva il bus per recarsi a scuola. È previsto a Nuoro questa mattina un vertice di coordinamento fra il procuratore Andrea Garau, il sostituto Andrea Vacca, e gli investigatori – i carabinieri della Compagnia di Bitti, i colleghi del Reparto operativo del Comando provinciale di Nuoro e del Nucleo investigativo del Comando di Sassari – per fare il punto sulle indagini dell’omicidio.

Un incontro decisivo per analizzare i tasselli che ricostruiscono il puzzle delle indagini sull’omicidio, e che potrebbe portare a fermi già nelle prossime ore. La pista privilegiata è quella che porta a Nule (Sassari) e che ha collegamenti con la sparizione, la sera prima del delitto, del 28enne Stefano Masala, di Nule, uscito da casa con la Opel Corsa grigia del padre, poi trovata bruciata venerdì notte nelle campagne di Pattada.

L’ipotesi investigativa parte dai giorni della manifestazione “Cortes Apertas”, il 13 dicembre 2014, quando due gruppi, uno composto da giovani provenienti da Nule, l’altro da ragazzi del posto fra cui anche lo studente assassinato, si scontrarono. Qualche bicchiere di troppo, insulti e apprezzamenti eccessivi per la ragazza di Gianluca Monni che reagì e venne minacciato a sua volta con una pistola da un minorenne di Nule. Lo studente ed i suoi amici riuscirono però a disarmarlo e a picchiarlo. Da qui, secondo gli investigatori, la causa scatenante dell’esecuzione di venerdì.

Quanto al collegamento con la sparizione giovedì del giovane di Nule, vi è un elemento al vaglio degli inquirenti: l’auto dello scomparso, una Opel grigia, sarebbe quella usata dai killer. Per alcuni testimoni i sicari sarebbero fuggiti proprio a bordo di una vettura grigio scura. L’ipotesi, quindi, è che il giovane di Nule, disponibile ad accompagnare amici e paesani, sia stato “ingaggiato” come autista da alcune persone del suo paese, i responsabili della spedizione omicida, fra cui anche il minorenne che a dicembre avrebbe minacciato la vittima. Dopo la spedizione punitiva che ha portato all’uccisione dello studente, Masala è sparito, forse eliminato, per non farlo parlare anche se non si esclude un allontanamento volontario.

Gli inquirenti cercano riscontri della lite del dicembre scorso – quel giorno a Orune fra i giovani di Nule pare ci fosse anche Stefano Masala – stanno analizzando i tabulati telefonici, il materiale raccolto da telecamere sul percorso dei killer a Orune e verificando le testimonianze raccolte.

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