Barbara Cittadini rieletta presidente Aiop-Sicilia | “Miriamo a un sistema con le carte in regola”

di Redazione

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Barbara Cittadini rieletta presidente Aiop-Sicilia | “Miriamo a un sistema con le carte in regola”

| venerdì 15 Maggio 2015 - 13:35

Barbara Cittadini è stata confermata presidente di Aiop-Sicilia. L’elezione è avvenuta questa mattina nel corso dell’assemblea dell’Associazione italiana ospedalità privata, partecipata al 100 per cento degli iscritti e alla quale ha partecipato anche il presidente nazionale di Aiop, Gabriele Pelissero. Alla vicepresidenza è stato confermato Luigi Nesi, amministratore unico della casa di cura Mater Dei di Catania.

(Nella foto da sinistra, Pelissero, Cittadini e Nesi)

Marco Ferlazzo, titolare del Cot di Messina, e Sergio Castorina, titolare della casa di cura Morgagni di Catania, sono stati designati rispettivamente nel consiglio nazionale e in quello regionale.

Barbara Cittadini, presidente del consiglio di amministrazione della casa di cura Candela di Palermo, nel ripercorrere le tappe degli ultimi tre anni d’impegno sul fronte associativo ha auspicato, ricordando l’insegnamento dell’ex presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, un sistema dalle “carte in regola”: “Per Mattarella la Sicilia, prima di rivolgersi a Roma per chiedere il dovuto, doveva dimostrare di avere le ‘carte in regola’. Ritengo che quell’insegnamento sia oggi attualissimo. Ma deve valere per tutti: per la politica, per la burocrazia, per noi imprenditori e, in generale, per tutti i siciliani. Le ‘carte in regola’ valgono, debbono valere per tutti. Anche e soprattutto per chi ricopre importanti cariche istituzionali e deve dare l’esempio”.

Barbara Cittadini ricorda: “In Sicilia stiamo vivendo una stagione drammatica, stretti, come siamo, nella morsa di una crisi economica che non accenna a diminuire e che rende, ancora, più complessa una sopravvivenza già messa a dura prova da antichi problemi strutturali con i quali, purtroppo, in questi anni abbiamo dovuto imparare a convivere. Noi, la nostra Associazione – e lo dico con orgoglio – quando siamo stati chiamati a fare la nostra parte per consentire alla Sicilia di non essere commissariata non ci siamo sottratti. Ricordo gli anni del Piano di rientro e i sacrifici che abbiamo fatto. Ci sono costati tanto, ma abbiamo ritenuto di dover dare il nostro contributo perché ne abbiamo condiviso l’ineluttabilità per il bene della Sicilia. Perché il momento lo imponeva. Ma non si può chiedere alle persone ciò che non è giusto. Noi siamo e vogliamo essere corretti – aggiunge Barbara Cittadini -. Perché siamo convinti che, in un momento di crisi, tutti hanno il dovere di non sottrarsi ad un ragionamento di sistema e, ove necessario, farsi carico della propria parte di sacrificio. Ma un conto è ragionare come “parte di un insieme”, altra e ben diversa è il doversi misurare con chi ritiene di essere “l’ insieme” ed afferma una cosa per poi farne una differente. Dobbiamo continuare la battaglia sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. E lo faremo. C’è da impegnarsi per fare comprendere, a quella politica che cerca scorciatoie nelle scorrettezze, che la sanità privata accreditata è sanità pubblica. E che non può e non ci deve essere ottuso dualismo e sterile contrapposizione tra sanità pubblica e privata, ma si deve ragionare in termini di complementarietà e sinergie virtuose”.

“In questi anni abbiamo dovuto fare i conti con il Piano di rientro 2008-2010; con la spending review 2011-2013; il tutto con reiterate e continue riduzioni delle risorse, penalizzanti manovre tariffarie e di setting assistenziali e il blocco degli aggiornamenti Istat al cospetto di costi che sono, indiscutibilmente, cresciuti – afferma il presidente di Aiop Sicilia -. In questo scenario, il Governo nazionale stabilisce altri 4 miliardi di tagli alle Regioni. E che fanno le Regioni? Invece di assumersi la responsabilità politica di operarli dove ci sono evidenti sacche di sprechi, per non intervenire lì dove viene facile continuare a sperperare il denaro pubblico con una politica clientelare, hanno chiesto al Governo nazionale di destinare 2 miliardi di euro di tagli a una sanità già stremata, come sottolineano, con preoccupazione, anche, i giudici della Corte dei Conti e, non contenti di quanto ottenuto, insistono da mesi, in Conferenza Stato Regioni, a chiedere che sia il Governo nazionale a dire che i tagli devono essere operati sulla convenzionata esterna e sulla farmaceutica. E, dinanzi ad un reiterato diniego del Ministro Lorenzin e del Premier Renzi, che continuano a sostenere che non vogliono ridurre le risorse destinate alle prestazioni sanitarie e che è compito dei Presidenti delle Regioni operarli dove ci sono sprechi evidenti, reagiscono non approvando il Patto per la salute, con un comportamento di inqualificabile irresponsabilità politico-amministrativa. La vicenda è sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni. Con la prospettiva di, ulteriori, pesanti tagli alla farmaceutica e alla sanità convenzionata. Ipotesi che ci preoccupa molto non solo come imprenditori ma come italiani e nei confronti della quale l’Aiop sta manifestando tutto il suo dissenso.

“Per quanto attiene alla Regione, apprezziamo lo sforzo dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, di mettere ordine nei conti, provando ad eliminare gli sprechi. Ed abbiamo apprezzato la sua precisazione che, numeri alla mano, le difficoltà finanziarie della Regione non hanno nulla a che vedere con la sanità siciliana, che è e rimane un settore sano. Mentre i problemi finanziari della Regione, ha aggiunto l’Assessore, vanno ricercati in altri rami dell’Amministrazione regionale. Ma un conto è eliminare gli sprechi, altra cosa è penalizzare, oltremodo, la nostra Regione. E ci auguriamo che il Governo nazionale e il Governo regionale sapranno trovare la giusta misura”.

“Il momento è difficile, se non drammatico, ma io rimango a disposizione della nostra Associazione per continuare la giusta battaglia. Mi piace ricordare un’altra frase che don Luigi Sturzo scrisse negli anni nei quali la Dc era al potere, con buona parte dei dirigenti di questo partito che sembravano aver dimenticato la lezione del loro maestro. Erano gli anni in cui l’Italia esagerava con le partecipazioni statali. Sturzo, con oltre trent’anni di anticipo disse, in sostanza, che lo Stato, che si accingeva a sostituire l’iniziativa privata, avrebbe creato i presupposti della rovina dell’Italia e della scomparsa della stessa Dc. “A uno Stato accentratore – scriveva il grande sociologo – tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti delle sue attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private”. Davanti a una politica in crisi, che pensa, anche negando la verità, di sostituirsi al privato, nel tentativo di nascondere le proprie inefficienze, il messaggio di Sturzo a me sembra, ancora oggi, di grandissima attualità – conclude Barbara Cittadini -. E mi sembra di grande attualità pensando a quello che ci aspetta quest’anno e nei prossimi anni”.

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