Migranti, dubbi della Francia sulla redistribuzione | Mattarella dice no all’intervento in Libia

di Redazione

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Migranti, dubbi della Francia sulla redistribuzione | Mattarella dice no all’intervento in Libia

| lunedì 18 Maggio 2015 - 12:05

La Francia fa un passo indietro sulle quote di migranti, stabilite dall’Ue, che ciascun paese europeo dovrà accogliere. Il cambio di rotta francese sul tema immigrazione arriva sulla soglia del delicato Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa che dovrà stabilire il numero di persone accolte da ciascun paese membro. Il premier Manuel Valls ha precisato che la decisione è stata presa “con il presidente Hollande per sgomberare il campo da ogni ambiguità”. Una retromarcia che arriva a distanza di una sola settimana dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno Cazeneuve che aveva definito “normale” la ripartizione dei migranti.

“Condividere la responsabilità di cosa facciamo delle persone che salviamo è parte integrante della strategia” Ue per l’immigrazione. Così Lady Pesc, Federica Mogherini replica ai dubbi del premier francese. “Mi aspetto che gli stati membri, gli stessi che hanno chiesto alla Ue di agire velocemente e efficacemente, consentano all’Europa di essere efficace in questa azione in tutti i suoi aspetti: nell’operazione navale, nel salvataggio delle vite in mare ed anche nella gestione delle vite che salviamo”.

“Nessuno può pensare di lasciarci di nuovo soli a gestire la drammatica situazione dell’Africa e del Medio Oriente. L’Italia non può continuare a pagare un prezzo alto, come ha invece fatto finora”. Ribadisce invece al Corriere della Sera il ministro dell’Interno Angelino Alfano, secondo cui “la Francia è sempre stata al nostro fianco nel chiedere un intervento dell’Europa in materia di immigrazione, sarebbe assurdo se avesse cambiato posizione proprio adesso”.

Intanto da Tunisi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella afferma che per aiutare la Libia a uscire dalla guerra civile “c’è la convinzione comune che occorra una soluzione politica e non militare, che consenta che si formi un governo di unità nazionale che riporti uno Stato funzionante”. Il capo dello Stato esprime la speranza “che tutti i paesi confinanti della Libia, l’Unione Europea e la Comunità internazionale trovino gli strumenti”.

 

 

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