Squadra mobile, Ardenzi raccoglie indizi. Sabatini però è sempre un passo avanti

di Azzurra Sichera

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Squadra mobile, Ardenzi raccoglie indizi. Sabatini però è sempre un passo avanti

| lunedì 18 Maggio 2015 - 21:04

Ardenzi convoca tutta la squadra in ufficio per una riunione: “Da quando è morto Marcello ripenso alle sue ultime parole. Se vi ha detto qualcosa, se pensate di aver trascurato una parola, una confidenza…”. Sandro gli dice che forse è meglio parlarle in privato ma la Zaccardo li interrompe perché in città si nasconde un terrorista ceceno.

Sandro allora racconta a Roberto quello che gli aveva detto Marcello e quello che aveva visto quella notte al night club, dove Sabatini era con gli zingari con cui è in “affari”. Sandro ammette che ha sbagliato a non avergli dato importanza ma Ardenzi gli chiede di rivedere tutti i verbali del giorno dell’operazione al campo rom.

L’operazione con i servizi segreti è molto delicata, la Zaccardo sottolinea ad Ardenzi che lui essendo già sotto processo per la morte di Marcello deve fare particolarmente attenzione. La Zaccardo poi entra nel suo ufficio con Sabatini al quale annuncia in anteprima che presto sarà a capo della mobile: “Qualcuno dovrà prendere il mio posto, ho fatto il tuo nome. Ardenzi si è bruciato con quello che è successo”. Poi dice a Sabatini che vuole anche una vita normale insieme a lui dopo la promozione e il poliziotto ancora una volta, mente…

Ardenzi prende i verbali del giorno del suo compleanno, quello in cui arrestarono uno spacciatore di droga: Sabatini gli disse che avrebbe fatto tardi per compilare il verbale ma Roberto e Sandro scoprono che a farli è stato un suo collega, al quale Claudio aveva chiamato.

Sabatini esce per il pranzo con la Zaccardo ma fuori lo aspetta il fratello di Bradic, lo zingaro morto per mano di Marcello, e deve rimandare per “impegni”. L’uomo vuole i soldi della droga che è stata sequestrata durante l’operazione al campo rom.

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Mauretta è a casa del padre con il fidanzato sempre alla ricerca della verità sulla morte di sua madre: il suo ragazzo la prega di smettere questa “folle” ricerca ma lei gli dà uno schiaffo. Riccardo intanto ha una discussione con Valeria la quale gli dice che si deve sposare e che non vuole incasinarsi la vita. Giacomo invece con Roberta parla del figlio che adesso vuole comprato il motorino e la ragazza lo invita ad essere un po’ più generoso. Isabella nel frattempo è impegnato in un caso di violenza domestica.

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“Cosa facciamo con Sabatini, ci ha mentito” dice Sandro a Roberto che decide di continuare a indagare per capire cos’altro gli ha nascosto il loro collega.

All’operazione per catturare il terrorista dovranno partecipare anche due agenti segreti russi. Roberta parla con Giacomo e lo invita “velatamente” a pranzo fuori anche se lui proprio non capisce le intenzioni della collega. Dall’altra parte Valeria chiede ad Ardenzi di non farla lavorare più con Riccardo. 

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Squadra mobile, quinta puntata

Isabella continua ad occuparsi del caso di violenza di una delle sue allieve del corso ma Ardenzi le dice che non può coprirla sempre, che quando si occupa di questi casi non è lucida e rischia di trascurare un’altra parte importante del suo lavoro.

La squadra si muove per l’operazione contro il terrorista: italiani e russi fanno irruzione nella villa indicata dai servizi segreti ma lì trovano solo una donna e una bambina. Ardenzi ha una discussione con il suo collega russo ma poi decide di portare la donna in questura per identificarla perché ha un passaporto falso: c’è qualcosa che non gli torna. La donna spiega che il marito è un dissidente non un terrorista, Ardenzi tenta di trattenerla ma i russi la vogliono portare in aeroporto per farla rientrare nel suo paese, convinti che il marito si presenterà.

“Darko è completamente fuori controllo” dice Sabatini alla sua amante mentre le spiega le “sue questioni in sospeso” da risolvere il prima possibile.

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Alla fine la donna trovata nella villa era entrata in Italia con un passaporto regolare e Ardenzi riesce a riportarla in questura.

Squadra mobile, quinta puntata

La madre di Simone chiama Mauretta: ha visto i lividi e i graffi sul viso del figlio e le dice che hanno intenzione di denunciarla per quello che ha fatto. Ardenzi ritornato a casa prova a parlare con la figlia ma lei non gli racconta nulla.

Darko arriva all’appuntamento con Sabatini: “Sei arrivato al capolinea poliziotto” gli dice lo zingaro puntandogli la pistola ma Sabatini lo ammazza prima che l’altro possa prendere la mira.

Mauretta va a confidarsi con Isabella alla quale racconta quello che è successo con Simone. La ragazza le dice anche che con suo padre non ha parlato perché è stato lui a non dirle la verità sulla morte della madre. “Tirami fuori da sto casino” le dice Mauretta. “Ma quale dalla denuncia di Simone o da tuo padre che ti tratta come una bambina?” le chiede la poliziotta.

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Roberta e Valeria intervengono per la segnalazione di uno sparo; Isabella e Giacomo invece vanno di corsa a casa di Cristina: la donna ha chiamato l’amica poliziotta perché il fidanzato è fuori di sé e grida di volerle fare del male. La giovane però si lascia convincere dal compagno ad aprire la porta di casa: l’uomo non si era affatto calmato e l’aggredisce fino ad ammazzarla. I due poliziotti arrivano troppo tardi ma vanno alla ricerca dell’assassino.

Una volta trovato Isabella, dopo una colluttazione, lo picchia più volte senza riuscire a fermarsi, fino a quando non ascolta Giacomo che la implora di smettere.

Squadra mobile, quinta puntata

Ardenzi va in carcere a parlare con lo spacciatore che hanno arrestato il giorno del suo compleanno. Lui dice al commissario che quel giorno durante la perquisizione si erano rubati un panetto di droga da un chilo: “E chi se l’è fregato?” chiede Ardenzi. “Ma tu davvero non sai niente?” gli dice l’arrestato ma subito dopo fa irruzione il suo avvocato che interrompe la discussione. L’avvocato avverte immediatamente Sabatini.

Ardenzi racconta subito quello che ha scoperto a Sandro: il commissario è sconvolto, si fidava ciecamente del collega della narcotici e non sa come comportarsi. Adesso però si deve occupare di Isabella e del sequestro lampo della moglie di un direttore di banca.

A Rebibbia invece va Sabatini a minacciare lo spacciatore: “I chili erano tre impara a memoria quello che ti ho detto perché se no per te finisce male” dice il poliziotto.

Isabella si sfoga con Adenzi, si sente in colpa per l’omicidio di Cristina e il commissario tenta di consolarla: “Non dobbiamo mai dimenticarci da che parte stare. Hai massacrato il fidanzato lo sai che significa?”. Isabella però non vuole sentire ragioni, non ha intenzione di pentirsi per quello che ha fatto né di chiedere scusa. Ardenzi accenna a qualcosa che è successo in passato alla collega e al suo rapporto con il padre ma lei non ha intenzione di parlarne.

Sandro convince Nicolò a non volere il motorino e il ragazzino gli dice che ci può rinunciare a patto che lui smetta di bere.

Ardenzi va a Rebibbia con il magistrato per interrogare Esposito, lo spacciatore, il quale però ritratta: i chili di cocaina erano tre, stava solo scherzando. Dopo che il magistrato esce, il commissario gli chiede perché ha mentito e l’arrestato gli risponde: “Ardenzi non hai capito niente, qui il gioco è pesante”.

Squadra mobile, quinta puntata

Sabatini è soddisfatto del resoconto che gli fornisce l’avvocato: “Ardenzi è andato a sbattere contro un muro e ogni suo passo falso è una carta vincente per me” dice il poliziotto corrotto alla fidanzata.

Alla mobile arriva la segnalazione di un omicidio: si tratta di Darko Bradic. Lo zingaro aveva una voglia sul viso, la stessa che Marcello aveva visto quella notte, identificando l’uomo che aveva visto insieme a Sabatini.

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