Spiare i dipendenti su Facebook? | Per la Cassazione non è reato

di Claudia Argento

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Spiare i dipendenti su Facebook? | Per la Cassazione non è reato

| giovedì 28 Maggio 2015 - 11:42

Cattive novità per i dipendenti: adesso potranno essere spiati anche su Facebook. Il via libera è arrivato dalla Cassazione, secondo la quale non è punibile il fatto che un’azienda crei un profilo falso sul social network per esercitare una sorta di “controllo occulto” sui propri dipendenti. Il fine sarebbe quello di riscontrare e sanzionare comportamenti non idonei, che potrebbero ledere l’azienda e, di conseguenza, controllare l’attività lavorativa in profondità.

La vicenda analizzata dalla Cassazione riguarda il ricorso di un operaio abruzzese addetto alle stampatrici, che era stato licenziato “per giusta causa” nel settembre 2012 sulla base di una serie di contestazioni tra le quali quella di essersi intrattenuto con il suo cellulare a conversare su Facebook. La verifica della sua distrazione sul lavoro era stato resa possibile attraverso la creazione da parte del responsabile del personale di un falso profilo di donna sullo stesso social network.

Nel dicembre 2013, la Corte d’appello dell’Aquila aveva ritenuto legittimo il controllo effettuato sul dipendente, ritenendolo privo di “invasività”, fatto che è stato confermato oggi da piazza Cavour e che ha comportato la bocciatura del ricorso del dipendente, convalidando il suo licenziamento.

Inoltre, la Cassazione ha ammesso il ricorso all’uso di profili falsi su Facebook anche ad opera di personale estraneo all’organizzazione aziendale, in quanto sarebbe funzionale all’accertamento di comportamenti illeciti diversi non solamente connessi all’inadempimento della prestazione lavorativa. Ad ogni modo, l’attività di accertamento dovrà avvenire mediante modalità non eccessivamente invasive e comunque rispettose delle garanzie di libertà e dignità dei dipendenti.

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