Palermo, sequestrati beni per 2 milioni di euro | Colpite 8 persone ritenute vicine ai clan VD

di Redazione

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Palermo, sequestrati beni per 2 milioni di euro | Colpite 8 persone ritenute vicine ai clan VD

| sabato 06 Giugno 2015 - 09:16

La guardia di finanza di Palermo e i carabinieri di Palermo hanno sequestrato beni per 2 milioni di euro riconducibili a persone ritenute contigue alle famiglie mafiose di Pagliarelli, Corso Calatafimi e Villaggio Santa Rosalia.

Le persone, tutte di Palermo, finite nel mirino degli investigatori sono Alessandro Alessi, Giuseppe Perrone, Vincenzo Giudice, Salvatore Sansone, Tommaso Nicolicchia, Giuseppe Castronovo, Stefano Giaconia e Carlo Grasso.

In particolare, a Vincenzo Giudice sono stati sequestrati due autoveicoli intestati al fratello. A Salvatore Sansone sono stati sottratti un centro scommesse nel centro di Carini, formalmente intestato ad un altro soggetto, un’altra sala giochi a Palermo intestata al fratello, una moto ed un autoveicolo intestati ai familiari. A Tommaso Nicolicchia è stato sequestrato un bar a Palermo. A Stefano Giaconia sono stati sequestrati un’autovettura ed un appartamento a Altavilla Milicia.

Le investigazioni hanno dimostrato come gli indagati facessero ricorso a meri “prestanome” o ad alcuni familiari, cui sono stati intestati fittiziamente beni o attività commerciali, gestiti con precisi ordini e direttive ma senza mai figurare direttamente.

E’ così scattato il sequestro, che è stato eseguito preventivamente e in via d’urgenza per impedire che le persone coinvolte potessero spogliarsi della proprietà dei beni.

Le indagini hanno aggravato la posizione di Alessandro Alessi, già destinatario di provvedimento di confisca di un’imbarcazione, di un terreno Palermo, di una società di gestione di impianti sportivi, di una ditta individuale, di due motocicli, un’autovettura e svariati conti correnti, del valore complessivo di oltre 1 milione di euro, tutti intestati ai familiari. Alessi, era stato arrestato nel 2008 – e poi assolto nel 2011 – per associazione di stampo mafioso. Nonostante l’assoluzione da quelle imputazioni il Tribunale di Palermo lo aveva già considerato un soggetto “socialmente pericoloso” e quindi sottoposto alla sorveglianza speciale ed alla confisca dei beni.

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